venerdì 31 ottobre 2008

Eni, su Kashagan firma in arrivo

Oggi potrebbe essere il giorno decisivo per l'Eni sul giacimento gigante di Kashagan, in Kazakhstan. Ieri sera l'amministratore delegato Paolo Scaroni – dopo avere incontrato a Roma il presidente della moscovita Gazprom, Aleksei Borisovic Miller,insieme con l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti – è partito per il Kazakhstan.Scaroni potrebbe firmare già oggi ad Astana l'intesa tra il consorzio Agip Kco, guidato dall'Eni, e il Governo kazaco. Il nuovo accordo, dopo quello siglato in gennaio, dovrebbe raddoppiare la partecipazione della compagnia statale kazaca KazMunaiGaz nel giacimento di Kashagan fino al 16,8%, alla pari di Eni, ExxonMobil, Shell e Total, mentre la ConocoPhilips dovrebbe scendere dal 9,3 all'8,33% del consorzio Agip Kco. Inoltre l'Eni,appena partirà l'estrazione, cederà alla Shell e alla KazMunaiGaz il ruolo di capogruppo. Il primo greggio di Kashagan sarà estratto probabilmente verso la fine del 2012 o i primi del 2013, con 150mila barili al giorno.Qualche giorno fa il ministro kazaco dell'Energia, Sauat Mynbaev, si aspettava la firma dell'accordo per oggi: «Abbiamo coordinato tutte le questioni», aveva detto. «Ci sono quattro grandi progetti, sono tutti stati perfezionati e impostati». Mynbaev ha confermato che l'Eni resterà l'operatore principale di Kashagan solamente fino all'inizio della produzione, il cosiddetto "first-oil".Ieri Scaroni e Conti hanno parlato a lungo con Miller sugli sviluppi dell'accordo a tre sui giacimenti siberiani dell'Arktik Gaz e Urengoil.Sono state firmate le intese che impegnano la Gazprom a entrare nel capitale della SeverEnergia. L'incontro «è andato molto bene» ha detto Scaroni, ma «non si è parlato né di Libia né di Elephant», il gigantesco giacimento scoperto nel deserto libico che è oggetto di negoziato con la Gazprom. «Con la Libia serve anche un accordo politico – ha aggiunto. – Senza un rapporto fluido, di amicizia e collaborazione tra Italia e Libia, che non può che arrivare dalla politica, quello che noi facciamo, e i 28 miliardi di dollari che abbiamo messo sul tavolo come investimenti previsti, non basterebbero a realizzare quello che abbiamo in mente». L'Eni ha accordi per il petrolio ma vanno ricordate anche le recenti intese nel gas, con investimenti previsti e accordi che hanno portato al 2042 la presenza dell'Eni in Libia per il petrolio e al 2047 nel gas.Rimanendo al tema della Libia, ieri la Foster Wheeler Italiana ha acquisito dalla Tamoil un contratto per costruire una raffineria a Zuara, in Tripolitania: gli impianti lavoreranno il greggio estratto dai giacimenti nel deserto. Il completamento è previsto per il 2014. La raffineria prevede un investimento di circa 4 miliardi di dollari. «Siamo molto soddisfatti per l'acquisizione di questo prestigioso progetto», commenta l'amministratore delegato della Foster Wheeler Italiana, Marco Moresco.