mercoledì 28 gennaio 2009

A Panigaglia il terminal non raddoppia

Dal Sole 24 Ore

Fronte compatto degli enti locali liguri contro il progetto di potenziamento del rigassificatore Eni di Panigaglia. Il parere negativo, formalizzato ieri nel corso della conferenza dei servizi presso il ministero dello Sviluppo economico, accomuna la Regione Liguria, il Comune di Portovenere, nel cui territorio sorge l'impianto, la Provincia della Spezia e l'Autorità portuale della città del levante ligure. «Il progetto presentato da Snam Rete Gas- spiega l'assessore ligure all'Ambiente, Franco Zunino - è incompatibile con i diversi strumenti di pianificazione, urbanistica e territoriale, e con il piano paesistico regionale. Senza trascurare che si avvicina ormai il 2013, scadenza prevista per il superamento dell'impianto».Il no della Regione Liguria appare come un ostacolo difficilmente aggirabile per il proseguimento del percorso del progetto di potenziamento, che prevede di aumentare la capacità di carico dell'impianto da 3,5 a 8 miliardi di metri cubi annui. «Attendiamo ora la Via nazionale - sottolinea Zunino - ma, nel caso fosse favorevole al potenziamento, sarà priva di quell'intesa con la Regione che la normativa richiede espressamente per dare il via libera al progetto». Al parere negativo della Regione assegna un ruolo decisivo il sindaco di Portovenere, Massimo Nardini, che ha portato in conferenza dei servizi la delibera che sancisce l'incompatibilità del piano con il territorio approvata dal consiglio comunale.La Regione chiede, inoltre, al Governo di aprire un tavolo per un esame complessivo degli assetti energetici che insistono in Liguria. «Vorrei ricordare – sottolinea Zunino – che il nostro territorio è già impegnato pesantemente sul versante dei servizi offerti al paese nel settore dell'energia in virtù di un porto petroli e di tre centrali termoelettriche. Il governatore, Claudio Burlando, chiama in causa la presenza dell'Eni in Liguria addebitandogli «una strategia che non ha mai mirato a costruire un rapporto positivo con gli interlocutori locali. Noi siamo disponibili al dialogo, ma deve cambiare l'approccio nei nostri confronti