giovedì 15 gennaio 2009

Petrolio, spunta l'addizionale Italia-Libia

Da Il Sole 24 Ore

Saranno le principali società petrolifere, Eni di Paolo Scaroni in testa, a pagare il conto ( 5 miliardi di dollari in venti anni) previsto dall'accordo di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia come gesto di riconciliazione per il passato coloniale. Mentre i cittadini italiani espulsi da Gheddafi nel '70 non hanno ancora ottenuto gli indennizzi dal Governo italiano per i beni confiscati dalla Giamahiria, il Ddl di ratifica del Trattato, da due giorni all'esame della commissione Esteri della Camera prevede un meccanismo fiscale per finanziare le opere infrastrutturali a carico dell'Italia (strada costiera, piano di edilizia abitativa e iniziative speciali). Il Ddl di ratifica che il ministro Franco Frattini si è impegnato a far approvare entro gennaio in contemporanea con il Parlamento libico prevede un'addizionale Ires sul reddito delle società attive nella ricerca e coltivazione di idrocarburi emittenti titoli quotati a grande capitalizzazione. Tra queste l'Eni (nel cui capitale entreranno presto anche i libici) ma non solo.L'imposta sarà del 4% dell'utile prima delle imposte risultante dal conto economico qualora dallo stesso risulti un'incidenza fiscale inferiore al 19%. Più precisamente l'importo dovuto sarà pari al minore tra il 4% dell'utile prima delle imposte e risultante dal conto economico; l'importo determinato applicando, all'utile prima delle imposte, la differenza trail 19%e l'aliquota di incidenza fiscale risultante dal conto economico; l'importo corrispondente all'8,3 per mille del patrimonio netto diminuito dell'utile dell'esercizio ed aumentato degli acconti dividendo eventualmente deliberati per i primi tre esercizi; al 5,8 per mille per gli anni dal quarto al settimo; al 5,15 per mille per gli anni dall'ottavo all'undicesimo, al 4,65 per mille per gli anni dal dodicesimo al quindicesimo; al 4,20 per mille per gli anni dal sedicesimo al ventesimo.