giovedì 5 febbraio 2009

Ancora in salita le scorte Usa di petrolio

Dal Sole 24 Ore

Il mercato continua a mostrare due facce. Il quadro macroeconomico rimane molto negativo: le stime dei consumi per gennaio (84,38 milioni di barili al giorno) sono oltre 2 milioni di barili al di sotto dell'offerta. L'economia continua a rallentare e anche secondo l'ex presidente Opec, l'algerino Chakib Khelil, ci sono almeno il 50% delle chances che nella riunione del Cartello il 15 marzo si renda necessario un nuovo taglio produttivo.Intanto le scorte commerciali continuano a salire. Il Dipartimento Usa dell'Energia segnala 7,2 milioni di barili in più di greggio e 0,3 milioni di benzine, con un marginale calo dei distillati (-1,4 mln) ma soprattutto con una nuova ascesa dei livelli a Cushing, al nuovo record di 34,2 mln barili.Da lunedì mattina scendono nuovamente i prezzi di un paio di dollari, con una chiusura ieri per il Brent di marzo poco sopra i 44 $/bbl, mentre il Wti ha chiuso a 40,32 $ ma rischia di precipitare nei prossimi giorni a causa del dato di Cushing.A fronte di un quadro decisamente fosco, l'istantanea del mercato reale è però di tutt'altro aspetto. Il gioco del contango ( consegna pronta a sconto rispetto alle scadenze future), grazie anche a noli precipitati ai minimi, continua a distogliere disponibilità dal mercato per la convenienza di stoccare. Non è esattamente come riportato da una parte della stampa «lasciare il greggio sulle navi in attesa che il prezzo risalga», bensì, proteggendosi con contratti futures sui mesi successivi, lucrare fra il costo di stoccaggio (al peggio, tra nave e oneri finanziari, 1,30 $/bbl al mese) e il ricavo dai futures, che per marzo-aprile vale 1,95 $, per aprile-maggio 1,75 e così via.