venerdì 6 febbraio 2009

La Svezia torna al nucleare

Dal Sole 24 Ore

Uno dei Paesi più ecologisti del mondo, la Svezia, cambia idea sull'energia atomica. Dodici anni dopo aver deciso di chiudere gradualmente tutti i suoi reattori nucleari, 30anni dopo un referendum antinucleare, proprio mentre il petrolio tornato a prezzi ragionevoli fa raffreddare le smanie atomiche, Stoccolma ha deciso di revocare la moratoria, «autorizzando la sostituzione dei reattori esistenti – afferma il Governo conservatore guidato da Fredrik Reinfeldt nel presentare il nuovo piano energetico – quando avranno raggiunto il loro limite di sfruttamento economico ». La legge sulla chiusura graduale dei reattori va abolita e «il divieto, incluso nella legislazione sulla costruzione di nuovi impianti nucleari va anch'esso abolito». La moratoria antinucleare era stata adottata nel febbraio '97, quando al governo c'erano i socialdemocratici. I reattori atomici (allora erano 12, oggi sono 10) soddisfacevano circa la metà del fabbisogno elettrico. Oltre a fermare le nuove costruzioni, la moratoria prevedeva di chiudere tutti gli impianti nucleari in funzione a mano a mano che arrivavano all'età della pensione tecnologica. In alternativa, fonti rinnovabili. Da allora si sono fermati i due reattori della centrale di Barseback, travagliati da avarie, mentre sono rimasti in funzione quelli delle centrali di Oskarshams, Ringhals (che ha appena avuto un incidente, per fortuna di lieve entità) e Forsmark, tutti costruiti fra il 1972 e il 1985, i quali ancora oggi rappresentano il 60% della produzione elettrica svedese; l'altra grande fonte energetica è quella idroelettrica. Una fonte che non emette un grammo di anidride carbonica, il gas cambia-clima messo alle strette dalle normative europee e dal Protocollo di Kyoto. «Sarà possibile richiedere il permesso – annuncia una nota del Governo – di sostituire i reattori esistenti che non siano più economicamente produttivi ». «Non si tratta solamente di aggiornare gli impianti per allungarne la durata e perciò la vita utile –osserva Alessandro Clerici, coordinatore della task force sul nucleare del Wec (World energy council) –ma anche diritoccare alcune componenti (soprattutto nella parte delle turbìne) per aumentare di circa il 10% il rendimento e la capacità produttiva. In questo modo la Svezia mette a disposizione dei consumatori più di mille megawatt aggiuntivi (come una centrale nuova) con costi modestissimi. Inoltre due province svedesi si stanno contendendo la localizzazione del deposito delle scorie atomiche».