lunedì 13 dicembre 2010

Sicilia. Il mondo scientifico si mobilita contro il rischio di chiusura delle aree naturali protette

Nel bilancio regionale 2010 sono stati tagliati drasticamente i fondi destinati ai Parchi ed alle Riserve Naturali della Sicilia; ulteriori e più consistenti tagli sono previsti dalla Legge Finanziaria 2011, sino a ridurre di oltre il 70% le risorse per la conservazione della natura e per la gestione delle aree naturali protette.

Le conseguenze rischiano di essere gravissime: per la conservazione di specie e habitat, spesso protetti anche a livello nazionale ed europeo; per l’aumento delle conoscenze naturalistiche; per la valorizzazione e la promozione dei territori in cui ricadono i parchi e le riserve; per la sensibilizzazione e la crescita culturale delle comunità locali; per la nascita ed il rafforzamento di uno sviluppo economico sostenibile, basato sulla tutela e fruizione dei beni ambientali e culturali. Il taglio dei fondi per la gestione ordinaria delle aree naturali protette e la mancata attivazione delle risorse comunitarie rischiano di consegnare interi territori all’abbandono, al degrado ed alla speculazione edilizia.

In particolare le riserve naturali gestite dalle Associazioni Ambientaliste sono già ad un passo dalla chiusura per mancanza di fondi; eppure hanno garantito in questi anni importanti risultati in diversi settori, e costituiscono spesso fondamentali presidi di legalità in contesti difficili.

I Parchi e le Riserve Naturali della nostra Regione svolgono un insostituibile ruolo di laboratori scientifici all’aperto e custodiscono un importante patrimonio di biodiversità che richiede attenzione e protezione, e che può costituire un’imperdibile occasione di sviluppo sostenibile. Inoltre la maggioranza delle aree naturali protette siciliane ricade in Zone di Protezione Speciale ed in Siti di Importanza Comunitaria voluti da due direttive dell’Unione Europea, per i cui piani di gestione sono state impegnate grandi risorse intellettuali, tecniche ed economiche.

La salvaguardia della biodiversità non può essere solo un impegno di facciata, ma deve concretizzarsi con azioni coerenti che abbiano obiettive ricadute positive sulle risorse naturali. Chiediamo quindi al Governo ed al Parlamento regionali, nell’Anno Internazionale della Biodiversità, di garantire alle Aree Naturali Protette le risorse necessarie per la loro gestione, e di lavorare per un complessivo rilancio delle politiche di conservazione della natura.
(da http://www.italiainformazioni.com/)

domenica 12 dicembre 2010

WWF: un formato digitale ecologico

Leggo dal sito http://www.pinobruno.it e condivido pienamente:

"Un po’ velleitario, forse, il formato .WWF proposto dal Fondo mondiale per la natura (WWF), ma tutte le buone idee, all’inizio, sono sempre state giudicate così. Il formato .WWF è un PDF privo del comando di stampa. Il documento creato e salvato in .WWF può essere letto e condiviso ma non stampato.

Serve per evitare quella miriade di fogli e documenti che invadono uffici e scrivanie, spesso inutilmente. Serve per tagliare meno alberi e consumare meno cartucce per stampanti e toner. Serve per porsi, anche nei piccoli gesti quotidiani, il problema dell’ambiente che se ne va ramengo. Velleitario, si, ma educativo.

Peccato che il WWF abbia pensato solo ai computer Apple, per la diffusione gratuita del suo software. E’ vero, la versione per Windows è annunciata, ma non si poteva attendere il lancio contestuale? La campagna SAVE AS WWF avrebbe avuto maggiore e migliore impatto".

domenica 28 novembre 2010

Cartucce per stampanti: Eco Store e Legambiente valorizzano i vuoti

Le cartucce per stampanti esaurite, che non possono più essere ricaricate,
possono essere smaltite negli Eco Point che si trovano nei punti vendita Eco Store.
Cerca il pannello con il logo di Legambiente all’interno dei negozi di cartucce per stampanti Eco Store: ci troverai l'Eco Point, un vero e proprio centro di raccolta presso il quale potrai portare e smaltire le tue cartucce per stampanti vuote.
- Per le cartucce per stampanti ink-jet rigenerabili riceverai in cambio 1 euro.
- Per le cartucce per stampanti non rigenerabili riceverai invece una salvietta per il monitor del PC.
In questo modo, nei negozi di cartucce Eco Store, potrai dare valore alle cartucce per stampanti vuote e evitare che vengano disperse nell’ambiente.
L’iniziativa è sviluppata in collaborazione con Legambiente.
Il rapporto con Legambiente nasce nel 2005 con la sponsorizzazione dell’edizione italiana di Clean Up the World, “Puliamo il mondo”. Da allora l’associazione sponsorizza Eco Store nei progetti legati alla sostenibilità ambientale, alla volontà di produrre meno rifiuti possibile e di smaltirne correttamente il più possibile.
Eco Store, da sempre attenta al processo di rigenerazione delle cartucce per stampanti esauste, mette in campo ogni anno, nuove azioni volte al riuso e al corretto smaltimento dei vuoti.
Nei negozi Eco Store, infatti, i clienti hanno diverse possibilità per dare valore alle cartucce vuote e evitare che vengano disperse nell’ambiente.
  1. Le cartucce per stampanti che non si possono ricaricare possono essere smaltite nell’Eco Point.
  2. Le cartucce per stampanti ricaricabili possono essere riutilizzate fino a 5 volte, ricaricandole con l'innovativo sistema professionale Ink Evolution.
  3. Sono disponibili infine Kit di ricarica per cartucce per stampanti ink jet che consentono, con meno di 3 euro, la ricarica “fai da te” delle cartucce a getto d’inchiostro.
Maggiori informazioni su www.ecostore.it.

martedì 19 ottobre 2010

L’inquinamento ambientale preoccupa gli italiani

Secondo la ricerca realizzata dalla società di ricerche Lorien Consulting e dal mensile edito da Legambiente La Nuova Ecologia e presentata al forum QualEnergia, per 7 italiani su 10 le questioni ambientali sono da affrontare con urgenza.  Inquinamento e spreco di risorse si collocano infatti al secondo posto nella classifica delle maggiori preoccupazioni degli intervistati, subito dopo il lavoro, scelto da 9 italiani su 10.

A livello nazionale le questioni prioritarie sono considerate i rifiuti e la promozione delle energie rinnovabili, ritenute urgenti da oltre la metà del campione (58,6 %). A livello locale, invece, l'attenzione si sposta su mobilità e trasporti, considerati i problemi più urgenti dal 46,5 % degli intervistati.

Oltre il 75 % degli italiani sostiene che a livello pubblico si potrebbe fare molto di più per l’ambiente e il 61,5 % ritiene inefficiente l’operato delle amministrazioni locali. Tra le fonti rinnovabili più conosciute, al primo posto troviamo solare e fotovoltaico, (65 %), seguiti da eolico e idroelettrico.

Il nucleare è citato soltanto da 2 italiani su 10 e il 58 % si definisce contrario agli investimento nel nucleare nella Penisola. Se poi la centrale fosse costruita nella regione di residenza, la percentuale sale al 66 %.

Tra i comportamenti sostenibili degli italiani, la percentuale di chi utilizza lampadine a risparmio energetico è pari al 98 %, i pannelli solari termici sono scelti dal 47,5 % e quelli fotovoltaici dal 47,3 %.

(da Maristella Pinna,  "Le cose come stanno")

giovedì 14 ottobre 2010

Gasdotto South Stream: Paolo Scaroni e Alexei Miller cercano partner tedeschi

Notizia di ieri dall'agenzia Dow Jones Newswires:
Il consorzio composto da Eni, Gazprom e EdF per la realizzazione del gasdotto South Stream tra la Russia e l'Europa meridionale e' in trattative con potenziali partner tedeschi.
E' quanto ha affermato il Ceo del consorzio Marcel Kramer senza specificare l'identita' delle societa' coinvolte nei colloqui. Kramer ha pero' sottolineato che il consorzio accoglierebbe favorevolmente un nuovo partner forte.
La settimana scorsa l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni ha riferito che Wintershall, societa' energetica controllata dalla tedesca Basf, era interessata ad aderire al progetto.
Sempre oggi il Ceo di Gazprom Alexei Miller ha annunciato all'agenzia Mediafax la firma di una lettera di intenti con le autorita' rumene sulla possibilita' che il gasdotto transiti in Romania. "Dopo i colloqui di oggi (con le autorita' della Romania) abbiamo firmato un accordo per condurre un'analisi tecnica ed economica del progetto", ha affermato Miller.

martedì 7 settembre 2010

Risorse geotermiche in Friuli Venezia Giulia

In linea con quanto previsto dal protocollo di Kyoto e dal Piano Energetico Regionale, sono stati promossi dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia una serie di studi per caratterizzare la risorsa geotermica e per individuare le linee guida per il suo corretto utilizzo. Nel contempo si è incentivato lo sfruttamento attraverso fondi comunitari stanziati a favore degli Enti Locali.

La Direzione centrale all'ambiente e lavori pubblici ha organizzato l'incontro "Risorse geotermiche: norme e prospettive di sviluppo" a Udine, il 10 Settembre 2010.
L'incontro mira a fornire utili informazioni sulle novità introdotte dal Decreto Legislativo 22/2010 e principalmente sulle competenze assegnate dallo stesso alle Regioni.

giovedì 2 settembre 2010

Paolo Scaroni in Libano: gas naturale ed energia

Paolo Scaroni, l'amministratore delegato di Eni, ha incontrato oggi a Beirut il presidente del Libano, Michel Suleiman per discutere di possibili aree di cooperazione per lo sviluppo del settore del gas naturale e del settore elettrico in Libano.
Lo comunica una nota del gruppo Eni, attualmente la principale compagnia petrolifera internazionale che opera nel bacino del Mediterraneo.

(da efficienzaenergetica2008.blogspot.com)

venerdì 27 agosto 2010

Paolo Scaroni: Rinnovabili? C'è un grande futuro ma tra 20 o 40 anni

Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, durante il suo intervento a CortinaIncontra, ha dichiarato: "C'e' un grande futuro per le rinnovabili, ma fra 20, 30, 40 anni. Le rinnovabili, almeno quelle che conosciamo oggi e abbiamo a disposizione sono una cosa piccola piccola e che non ha nessuna possibilità di risolvere i bisogni di energia dell'umanità".
"Questo - ha continuato Paolo Scaroni - non per dire di non farle ma per sapere che non andiamo da nessuna parte. Le rinnovabili, in particolare in Italia, sono di due tipi: l'eolico e ricordiamo che per far girare le pale ci vuole vento, e l'Italia è il paese meno ventoso del pianeta", e il solare, ma "i pannelli che voi usate sono di una tecnologia vecchissima, anteguerra, che non ha potuto evolvere, basata sul silicio che ha un costo energetico elevatissimo per essere prodotto".
Secondo Paolo Scaroni, in conclusione, "bisogna essere pronti con le possibili alternative per quando finiranno gli idrocarburi, tra 80 o 90 anni".

venerdì 6 agosto 2010

Eolico: per Legambiente è efficiente e lontano dalle mafie

"L'eolico e' un settore strategico per il futuro dell'Italia. Occupa 25 mila persone e fornisce elettricita' per 4 milioni di famiglie. Il 'buon vento' rappresenta una componente fondamentale di una nuova economia che puo' essere ben integrata nel paesaggio e contribuire a risollevare dalla crisi il nostro Paese. Per questo l'eolico va difeso, con grande energia, dai fenomeni corruttivi e da qualsiasi tentativo d'infiltrazione d'interessi illeciti o, peggio ancora, della criminalita' organizzata".
Cosi' Legambiente ha voluto affrontare, per fare chiarezza, il tema dell'eolico e le polemiche che negli ultimi mesi hanno spesso accostato questa fonte energetica a inchieste della magistratura e a fenomeni illeciti.
E ha censito 7 inchieste rilevanti, condotte dal 2006 a oggi, che riguardano l'eolico.
Indagini che hanno conosciuto un'accelerazione a partire dal 2009 e che riguardano in particolare cinque regioni: Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. "Eppure - afferma - , nonostante la presenza invasiva in queste regioni delle organizzazioni mafiose e gli ovvi interessi di chi cerca ogni occasione per ottenere illegalmente facili profitti, l'eolico e' di gran lunga il settore economico meno condizionato da fenomeni criminali e d'illegalita'. Basta confrontare questi numeri con quelli del traffico illecito di rifiuti oppure con quelli del ciclo illegale del cemento. Nel periodo gennaio 2006 - luglio 2010 infatti, sono state compiute in Italia 111 operazioni contro i trafficanti di rifiuti con 609 arresti e 360 aziende coinvolte. Vale la pena sottolineare, peraltro, che delle indagini in corso sull'eolico soltanto una si e' già conclusa con una sentenza di condanna primo grado (l'operazione Eolo), mentre diverse non sono ancora arrivate alla fase del rinvio a giudizio".
Di piu': "grazie all'attività degli investigatori oggi non c'è pressoché traccia di energia eolica 'illegale' che viaggi nella rete elettrica (i provvedimenti cautelari scaturiti dalle inchieste sono quasi sempre stati emessi durante le fasi di progettazione e autorizzazione, bloccando gli impianti ancora sulla carta, prima che si realizzassero le opere e che i parchi cominciassero a produrre energia).
Inoltre, non e' possibile beneficiare di fondi europei o pubblici per la realizzazione degli impianti. Da tempo in Italia gli incentivi vengono concessi solo per l'energia elettrica effettivamente prodotta. Se le pale sono installate in aree dove non c'e' vento rimangono ferme. E poiche' gli impianti eolici si possono realizzare solo laddove il vento soffia davvero, il futuro di questa fonte energetica sta nel concorrere insieme alle altre rinnovabili in un processo di riconversione energetica e non di rappresentare l'alternativa, da sola, al petrolio. Insomma, i numeri sembrano smentire le accuse circolate in questi mesi riguardo alla permeabilita' di questo settore rispetto alla criminalità"
(Asca)

martedì 27 luglio 2010

Nigeria: più fondi per tutelare le risorse naturali

Piu' risorse a tutela dell'ambiente, in particolare per la lotta contro la desertificazione e l'erosione delle coste. Lo ha assicurato il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan. "La ricchezza", ha detto, "deriva certamente dallo sfruttamento e dalla valorizzazione delle risorse naturali, ma se l'ambiente che ci circonda e' degradato e poco rispettato diventa impossibile garantire benessere ai cittadini". Le maggiori risorse promesse arriveranno attraverso il Fondo nazionale ecologico costituito con una legge del 1984, la quale stabilisce che il 10 per cento di questo fondo puo' essere allocato secondo le indicazioni del presidente. Le priorita' individuate da Jonathan, in effetti, sembrano rispettare il locale 'manuale Cencelli' che sovrintende ogni decisione nigeriana: la lotta alla desertificazione garantisce denaro alle regioni settentrionali toccate dal Sahara, la protezione delle coste spedisce soldi agli Stati del sud bagnati dall'Atlantico.
(AGIAFRO)

giovedì 15 luglio 2010

Paolo Scaroni: il risparmio è più vantaggioso delle rinnovabili

Secondo Paolo Scaroni, l'Ad di Eni, in Europa il consumo di petrolio può calare.

E' quanto Scaroni ha affermato intervenendo a margine di un panel sull'energia, nell'ambito della seconda edizione del Forum economico e finanziario per il Mediterraneo in corso a Milano.

Paolo Scaroni ha posto l'accento sul risparmio energetico, una soluzione che rispetto alle energie rinnovabili presenterebbe maggiori vantaggi in termini ambientali ed economici e “un potenziale che è il multiplo di qualunque cosa si possa immaginare in termini di rinnovabili”. Secondo Paolo Scaroni, “prima di immaginare di riempire con mulini a vento località che non hanno vento e di coprire il nostro scarso territorio con pannelli solari che usano una tecnologia vecchia di 80 anni, bisogna esplorare tutte le strade per risparmiare energia”.

Paolo Scaroni ha ricordato che gli Stati Uniti, “il Paese più sprecone al giorno in termini energetici”, consumano 26 barili di petrolio pro capite al giorno, mentre l'Europa (“più risparmiosa perché ci sono le accise sulla benzina”) ne consuma 12. “Senza voler portare il livello di vita dei cittadini europei a quello di Cina e India che consumano rispettivamente 2 e 1 barile al giorno - ha detto Paolo Scaroni - sono convinto che c'è facilmente spazio per un'Europa che consuma 9 barili di petrolio al giorno”.

Secondo Paolo Scaroni sono ancora “piuttosto lontani” i tempi per un utilizzo pieno dell'energia rinnovabile. “Prima che si possa scendere da 12 a 9 barili a colpi di rinnovabili, ne passa”, sottolinea Scaroni, quindi conviene puntare sul risparmio energetico, “il tasto più redditizio in termini ambientali e del portafoglio di noi europei”.

(Casaeclima.com)

giovedì 8 luglio 2010

Paolo Scaroni: cultura dell'efficienza energetica nella scuola pubblica

"Paolo Scaroni, l'amministratore delegato di Eni, ha recentemente sottoscritto un protocollo d'intesa con il Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, con l'obiettivo di diffondere tra le giovani generazioni la vocazione allo studio delle discipline scientifiche, la cultura dell'efficienza energetica e dell'uso consapevole e rispettoso delle fonti di approvvigionamento.

Che dire? La notizia è positiva per chiunque si interessi all'ambiente.
D'altro canto la società di Paolo Scaroni non è nuova a questo tipo di iniziative: nel 2000 aveva infiatti avviato il progetto Eniscuola, in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei, con l'obiettivo di fornire ai giovani informazioni di alto livello sulle tematiche dell’energia e dell’ambiente.
Il progetto Eniscuola è stato riconosciuto dalla Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO e s'inquadra nel Decennio ONU dell'Educazione allo Sviluppo Sostenibile, contribuendo a diffonderne principi e obiettivi."

(da efficienzaenergetica2008.blogspot.com)

giovedì 24 giugno 2010

Censis, un'industria con un valore sociale

L'industria energetica italiana ha un "valore sociale" alla luce dei 230 miliardi di euro di fatturato, dei 118 mila addetti, degli investimenti sul territorio per almeno 16 miliardi di euro l'anno. E' quanto evidenzia un'analisi del Censis per conto di Confindustria Energia da cui emerge tuttavia che servono politiche di medio-lungo termine. Due i rischi potenziali: la farraginosita' delle procedure autorizzative a livello nazionale e territoriale, insieme alla forte conflittualita' locale innescata dalla realizzazione di nuove infrastrutture, possono determinare il blocco degli investimenti, sia nell'ambito dello sfruttamento delle risorse energetiche nazionali, sia in quello delle fonti rinnovabili. La carenza di adeguate politiche energetiche di medio-lungo termine puo' determinare un impoverimento tecnologico e delle competenze che storicamente in Italia ci sono state e continuano ad esserci, riducendo il Paese a mero importatore di prodotti e tecnologie. In ogni caso, i numeri parlano di un'industria sana. La platea degli utenti dell'energia e' composta da milioni di cittadini e di imprese che la utilizzano quotidianamente nelle sue varie forme e per vari scopi. Per usi civili, i 24 milioni di famiglie italiane consumano annualmente 68,4 TWh di energia elettrica, 30,2 miliardi di metri cubi di gas naturale (i Comuni serviti sono 6.500, le utenze sono 21,4 milioni), 2,2 milioni di tonnellate di Gpl (1,6 milioni di utenze con piccoli serbatoi, 25 milioni di bombole in circolazione, 640 Comuni serviti da reti urbane Gpl), 2 milioni di tonnellate di gasolio per riscaldamento. Nei trasporti, vengono consumati 11 milioni di tonnellate di benzina l'anno (da 19,4 milioni di automobili), 26 milioni di tonnellate di gasolio (da 12,8 milioni di automobili, 4,3 milioni di veicoli commerciali e industriali e 93.200 autobus), 1 milione di tonnellate di Gpl (da 1,1 milioni di veicoli) e 670 milioni di metri cubi di gas naturale (da 506 mila veicoli).
(AGI)

martedì 15 giugno 2010

Cina: tasse sulle risorse naturali

Sarà la problematica regione autonoma dello Xinjiang, dove il confronto e lo scontro anche violento tra la popolazione autoctona dei musulmani uiguri e i coloni han cinesi non è mai cessato, a sperimentare il prelievo di tasse sulle risorse naturali che poi dovrebbe essere applicato a livello nazionale per contribuire a risparmiare risorse. Il governo comunista cinese ha preso ieri la decisione di istituire una nuova tassa sulle vendite di greggio e gas nello Xinjiang, presentando la cosa come un elemento di quel Piano di sostegno alla regione autonoma che era stato presentato a maggio in un workshop tenutosi a Pechino.

Un comunicato dell'Amministrazione di Stato per gli affari fiscali spiega che «Lo Xinjiang é ricco di risorse minerarie quali il petrolio greggio e il gas. Questa iniziativa pilota aiuterà a lanciare su scala nazionale una riforma delle tasse sulle risorse naturali. La riforma valorizzerà il concetto di risparmio delle risorse avanzato dal governo, la protezione dell'ambiente e lo sfruttamento ragionevole delle risorse naturali. Questo prelievo contribuisce anche alla realizzazione di una società che economizza le risorse e rispettosa dell'ambiente».

Il governo prelevava già prima tasse che potevano arrivare fino a 30 yuan (4,39 dollari) alla tonnellata sulle vendite di petrolio greggio e a 15 yuan per 1.000 m3 su quelle di gas naturale. In Cina il costo del greggio è agganciato a prezzi internazionali, mentre quello del gas è fissato dal governo centrale di Pechino, questo secondo l'Amministrazione di Stato per gli affari fiscali renderebbe più agevole istituire la nuova tassa che prevede un cambiamento in rapporto alle vecchie tasse basate sul prezzo alla produzione e fissa il tasso di prelievo al 5%.

La decisione "sperimentale" del governo arriva proprio mentre Lu Xuedu, il potente vice-presidente del Centro climatico nazionale della Cina ed ex membro del comitato esecutivo dell'Onu per l'approvazione dei progetti del Clean development mechanism (Cdm), stava dicendo ai giornalisti a Pechino che in Cina i volumi delle transazioni di carbonio sono destinato a rimanere bassi «Il mercato interno rimarrà probabilmente piccolo, perché basta farsi una semplice domanda: chi comprerà le emissioni in Cina?». Il problema è che, secondo il Protocollo di Kyoto, la Cina non ha nessun obbligo di ridurre le sue emissioni di CO2 e che quindi, secondo Lu, «I soli potenziali acquirenti sul mercato interno sono le grandi imprese o le celebrità ad alto reddito che cercano di migliorare la loro reputazione».

La Cina finora è stata un fornitore e non un acquirente di carbon credits, ma resta un Paese centrale all'interno del Cdm per l'enorme potenziale degli investimenti dei Paesi industrializzati in progetti di energie rinnovabili, risparmio energetico e recupero ambientale, un meccanismo noto come Certified emission reductions (Cer) che possono essere commercializzati o utilizzati dai Paesi industrializzati per rispettare i loro obiettivi nazionali vincolanti di emissioni di CO2.

Attualmente la Cina è il più grande fornitore di Cer a livello mondiale, ma i "developers" non sono stati ammessi a contrattare i crediti sul mercato interno. Per questo molte città, comprese metropoli gigantesche come Pechino e Shanghai puntano sui "new environmental exchanges", sperando che il mercato volontario delle emissioni riesca a colmare il divario tra le promesse del governo e la realtà dei fatti. Però, i volumi delle voluntary emission reductions (Ver) si sono rivelati trascurabili. In Cina ci sono stati solo circa 3.000 Ver, più o meno per un volume complessivo di 10.000 tonnellate. Una goccia rispetto ai 93 milioni di tonnellate di Ver che, secondo un rapporto pubblicato dal Bloomberg New Energy Finance, sarebbero state scambiate nel 2009, con un preoccupante calo del 27% rispetto al 2008.

«Su un totale di 2.214 progetti Cdm approvati dal Comitato esecutivo entro la metà di maggio, 851 hanno origine in Cina, il che la rende il Paese con il maggior "successo" Cdm - ha spiegato Lu - Ma c'è un arretrato di oltre 1.600 progetti cinesi ancora in attesa di approvazione». Questa posizione dominante della Cina nel meccanismo Cdm è molto criticata e desta ancora maggiori sospetti: in parecchi accusano le imprese cinesi e il governo comunista di produrre grandi quantità di progetti di bassa qualità che, con la scusa di tagliare le emissioni industriali alla fine hanno effetti molto dubbi sul reale taglio di sostanze come gli idrofluorocarburi e il protossido di azoto. Per questo il Comitato esecutivo Cdm è alle prese con un'enorme mole di controlli di qualità soprattutto riguardo agli impianti eolici che avrebbero già prezzi favorevoli rispetto all'energia prodotta e quindi non ammissibili ai finanziamenti Cdm, ora i controlli riguardano anche le centrali idroelettriche». Lu però sottolinea che «Il problema più grande per l'attuale mercato Cdm è la domanda, che rimane incerta quanto i potenziali investitori e sviluppatori di progetti chiedono chiarezza su ciò che accadrà dopo il 2012».

Lu Xuedu guarda con preoccupazione alla scadenza del Protocollo di Kyoto nel 2012 ma soprattutto è convinto che «Se gli Stati Uniti non avranno adottato la loro legislazione sul clima entro la fine di luglio, sarà improbabile che un nuovo accordo vincolante possa essere siglato a Cancun alla fine di quest'anno».
(www.greenreport.it)

mercoledì 2 giugno 2010

Marea nera: BP sottovalutò il dossier rischi

Le catastrofiche conseguenze dell’esplosione che lo scorso 20 aprile ha coinvolto la piattaforma Deepwater Horizon sono ormai sotto gli occhi di tutti. L’ondata di greggio che ancora oggi si riversa nella acque del Golfo del Messico ha provocato la rivolta di attivisti e associazioni ambientaliste, spingendo anche il presidente Barack Obama a prendere una posizione severa nei confronti della British Petroleum.

Ogni tentativo di arginare la fuoriuscita si è finora rivelato vano e la situazione si fa più grave di giorno in giorno, sulle coste statunitensi così come nelle aule di tribunale. Pare infatti che l’azienda, stando ad alcuni documenti emersi nel corso delle indagini, a partire dal 2009 abbia più volte sottovalutato alcuni dossier riguardanti proprio possibili esplosioni.

Il rivestimento della tubazione connessa e le condizioni della valvola ausiliaria anti-esplosione sono tra i fattori di rischio che ricorrono più spesso nelle relazioni firmate da ingegneri e addetti ai lavori sulla piattaforma, gli stessi che poi andranno a contribuire in modo decisivo ad innescare la catena di eventi ormai noti. Nel mese di marzo la gestione del pozzo già risultava problematica.

Risale al 22 giugno 2009, come riporta Repubblica.it, un rapporto con il quale gli esperti avvisavano la società della possibilità che il metallo impiegato per rivestire la tubazione potesse cedere a una pressione troppo elevata. Ancora, nelle ore immediatamente precedenti all’esplosione, la strumentazione aveva rilevato temperature troppo elevate all’interno dell’impianto, spingendo i vertici aziendali a prendere decisioni repentine e palesemente errate, come evidenziato da alcune testimonianze depositate la scorsa settimana nel corso delle udienze.

Uno dei più grandi disastri ambientali della storia poteva realmente essere evitato? Cosa ha spinto la BP a sottovalutare alcuni allarmanti dossier riguardanti reali pericoli per la piattaforma?

Nel frattempo, anche l’operazione Top Kill si è risolta in un nulla di fatto; il fango iniettato non ha bloccato la fuoriuscita di greggio. Nei prossimi giorni verrà effettuato un nuovo tentativo, con una strategia diversa, ma i risultati non saranno apprezzabili in tempi brevi.
(onegreentech.it)

giovedì 20 maggio 2010

Intesa Sanpaolo: sponsor del festival Biodiversità agraria

Intesa Sanpaolo partecipa come sponsor al festival (che si terra a Roma dal 20 al 23 maggio) che celebra la biodiversià agraria con musica, scienza, video, rappresentazioni, arte.
"L'anno internazionale della biodiversità ci dà l'opportunità di sensibilizzare un ampio pubblico su un tema chiave per lo sviluppo sostenibile. Noi, come banca, siamo da tempo impegnati nella protezione dell'ambiente e nella lotta ai cambiamenti climatici e abbiamo posto fra i nostri valori fondanti la responsabilità nell'utilizzo delle risorse. La biodiversità oggi è minacciata dai cambiamenti climatici e noi intendiamo dare il nostro contributo, impegnandoci ogni anno a ridurre costantemente le emissioni che alterano il clima", ha sottolineato Valter Serrentino, responsabile Corporate Social Responsability di Intesa Sanpaolo.
(Dow Jones News)

venerdì 14 maggio 2010

Valutare la sostenibilità delle biomasse

Il 18 maggio a Milano il Comitato Termotecnico Italiano darà il via ad un gruppo di lavoro normativo. Obiettivo, definire una specifica tecnica nazionale che uniformi la valutazione della CO2 risparmiata nell’uso delle biomasse solide a fini energetici.

"Quanta anidride carbonica si risparmia all’ambiente impiegando nel settore energetico biomasse al posto dei combustibili fossili? Nei ‘calcoli di sostenibilità’ va tenuto conto dell’intero ciclo di vita del prodotto, dalla coltivazione al trasporto fino all’uso vero e proprio e nel caso vengano impiegati residui agricoli e forestali di origine europea i valori che si ottengono risultano estremamente interessanti. Secondo i dati forniti da Bruxelles, i risultati attesi possono addirittura sfiorare il 100% come, ad esempio, con l’utilizzo del cippato di legno o la paglia di grano.
In realtà quantificare tale risparmio non è sempre facile, soprattutto per le aziende su piccola scala. Poiché le diposizioni comunitarie (direttiva 2009/28/CE) prevedono che le Amministrazioni pubbliche e gli operatori eseguano queste valutazioni, il Comitato Termotecnico Italiano (CTI) il prossimo 18 maggio darà ufficialmente il via a un nuovo gruppo di lavoro normativo sui “Criteri di sostenibilità della biomassa solida per applicazioni energetiche”.
L’iniziativa risponde all’esigenza di fornire degli strumenti pratici ai soggetti pubblici e privati che intendono valutare la sostenibilità ambientale dell’utilizzo di combustibili diversi dai biocarburanti. Il lavoro vuole arrivare alla creazione di standard a livello nazionale per le biomasse solide definiti tramite Specifiche Tecniche UNI, rispondendo, dunque, a questo problema, con la definizione e semplificazione di norme per il calcolo della sostenibilità nei termini di CO2 evitata."
(da Rinnovabili.it)

mercoledì 12 maggio 2010

Assosolare compie 4 anni: un bilancio

Assosolare festeggerà quest’anno a settembre quattro anni di attività.
Il presidente Gianni Chianetta, intervistato da Sofia Capone per rinnovabili.it, fa un bilancio:

“Il mercato del fotovoltaico è una grande scommessa che non può essere vinta senza la collaborazione delle istituzioni regionali, provinciali e comunali che devono recepire le agevolazioni poste in essere dalle autorità centrali e promuoverle a livello locale. Il Conto energia e la sua definizione è stata da sempre il cavallo di battaglia di Assosolare che, nella precedente versione, ha dato il suo contributo. Contribuito da cui è nato un sistema di incentivazione che oggi può essere utilizzato sia da una famiglia che da un’industria o da chi vuole investire per costruire una vera centrale di energia fotovoltaica. Il nostro impegno continuerà in tal senso. Sicuramente poi in Italia c’è un gap da colmare e la comunicazione su questi temi sta nascendo solo ora. I media hanno la responsabilità di informare correttamente i cittadini, il Governo di legiferare al meglio e anche la nostra Associazione cercherà di promuovere un’informazione precisa e autorevole. E’ necessario far comprendere ai cittadini l’importanza economica e ambientale dell’energia solare, informare correttamente sui meccanismi legislativi e far capire la convenienza economica degli incentivi destinati al fotovoltaico oltre, naturalmente, allo sviluppo della formazione per creare delle figure professionali utili al mercato”

martedì 4 maggio 2010

Paolo Scaroni inaugura con Mit il 'Solar Frontiers Center'

L'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni e il presidente del Massachusetts Institute of Technology (Mit) Susan Hockfield hanno inaugurato, tagliando un nastro rosso nell'edificio 13 del prestigioso ateneo in Massachusetts, il Solar Frontiers Center, centro che promuove la ricerca sulle tecnologie solari avanzate attraverso progetti che spaziano dai nuovi materiali fotovoltaici alla produzione di idrogeno da energia solare. L'inaugurazione del centro rappresenta il fulcro della collaborazione siglata nel febbraio del 2008 tra Eni e il Mit.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)

martedì 20 aprile 2010

A Pesaro una giornata per l'ambiente

L’Associazione culturale Ambasciatore Territoriale dell’Enogastronomia organizza a Pesaro, domenica 9 maggio, dalle ore 12.00, una giornata di incontro dal titolo "Io scelgo l'ambiente!" dedicata alle auto modello multipla con alimentazione a metano, al risparmio energetico, alle energie rinnovabili, ai prodotti biologici ed equo solidali, ai viaggi e al turismo responsabile.

La giornata si svolgerà con questo programma:

ore 12.00 Piazzale Carducci - Raduno delle auto a metano

Il risparmio energetico e le energie rinnovabili
saluti di Matteo Ricci Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino
e di Giancarlo Parasecoli Assessore all'Ambiente del Comune di Pesaro
interviene Tarcisio Porto Assessore all'Ambiente della Provincia di Pesaro e Urbino

ore 12.30 Partenza per il Comune di Isola del Piano

ore 13.30 Colazione alla Locanda Alce Nero
ore 15.30 Visita guidata al Pastificio di Montebello
ore 16.00 Incontro pubblico Il biologico, l'equo solidale, i km 0, i prodotti verdi, il turismo responsabile
ore 17.00 Concerto del Gruppo Genevieve al Monastero di Montebello

lunedì 22 marzo 2010

L’energia e il suo utilizzo compatibile per l’ambiente

All’interno della “Settimana Europea dell’Energia Sostenibile”, Fondazione Idis-Città della Scienza e Ceicc-Napoli presentano a Città della Scienza, dal 22 al 26 marzo, un’iniziativa di Europe Direct: esperimenti interattivi e dimostrazioni scientifiche spiegheranno come in natura si produce energia.
Il consumo energetico è in costante aumento in Europa, accrescendo in tal modo la dipendenza dall’importazione di combustibili fossili e pregiudicando la sicurezza dell’approvvigionamento. L’uso intensivo dei combustibili fossili, inoltre, ha un impatto negativo sull’ambiente e non ci sono dubbi ormai sull’urgenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica e rallentare il processo di riscaldamento globale.
Dal 22 al 26 Marzo, anche a Napoli, sarà promossa la “Settimana europea dell’energia sostenibile” (EUSEW 2010), un’iniziativa della Commissione Europea lanciata nel 2005 al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’Unione nel settore delle fonti energetiche rinnovabili, dell’efficienza energetica, dei trasporti puliti e dei combustibili alternativi. La campagna, inoltre, costituisce un valido supporto alle azioni che i paesi dell’UE stanno attuando per rispettare i parametri fissati
dal Protocollo di Kyoto.
Una serie di esperimenti e dimostrazioni scientifiche illustreranno attraverso quali fonti naturali può avvenire la produzione energetica. Uno spazio importante sarà dedicato all’energia prodotta dai combustibili fossili – gas, petrolio, carbone – e dalle trasformazioni fisico-chimiche che si verificano durante i cicli di produzione. Infine, saranno affrontate le tematiche legate alle fonti energetiche non tradizionali – con particolare attenzione per l’energia solare e il fotovoltaico – e sarà proposta un’interessante dimostrazione scientifica: la produzione di biodiesel a partire da oli vegetali.
(da Rinnovabili.it)

sabato 20 febbraio 2010

Progettazione di impianti solari termici per il raffrescamento.

Si è appena concluso il progetto europeo SOLAIR, che si propone di diffondere la tecnologia degli impianti solari termici per il raffrescamento.

Sul sito del progetto – www.solair-project.eu – sono disponibili tutti i risultati dei tre anni di ricerca sul Solar Cooling. Si segnalano, in particolare, le linee guida per la progettazione, in lingua italiana. Sono inoltre scaricabili un catalogo di impianti realizzati, materiali didattici, analisi di mercato e presentazioni sulla tecnologia.

Tutti i documenti sono reperibili su www.solair-project.eu

Siglato accordo per il teleriscaldamento tra CityLife e A2A

Una buona notizia ecologica: gli appartamenti di CityLife, le nuove residenze di lusso che sorgeranno a Milano nell'ex quartiere fiera, saranno teleriscaldate.

Il 17 febbraio 2010 CityLife e A2A hanno annunciato la sigla dell’accordo relativo all’alimentazione energetica tramite teleriscaldamento del nuovo quartiere in via di realizzazione nell’area dell’ex fiera di Milano.

I contenuti dell’accordo sono stati presentati da Giuliano Zuccoli, Presidente del Consiglio di Gestione di A2A, e da Claudio Artusi, Amministratore Delegato di CityLife, alla presenza dell’Assessore allo Sviluppo del territorio del Comune di Milano, Carlo Masseroli.

Si tratta del primo esempio nella città di Milano in cui l’intero sistema di raffreddamento e riscaldamento sarà realizzato senza alcun tipo di combustione.

In particolare è stato illustrato come CityLife costituisca un quartiere a emissioni zero: la totale assenza di caldaie a gas o di altre fonti di combustione garantisce nessuna emissione di CO2 o altri inquinanti in atmosfera. Il progetto fonda la propria politica energetica sull’impiego dell’acqua come risorsa primaria: da un lato il teleriscaldamento fornito da A2A per il riscaldamento e il raffrescamento nelle torri (destinate prevalentemente a uffici) e per l’acqua calda sanitaria nelle residenze, dall’altro l’utilizzo di pompe di calore alimentate dall’acqua di falda per le stesse esigenze nelle abitazioni.

Inoltre, l’acqua di risulta del sistema di riscaldamento e condizionamento delle residenze sarà riciclata per l’irrigazione del parco, delle aree verdi condominiali e per gli scarichi dei servizi igienici, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili.
(da http://www.city-life.it/it/sala-stampa/eventi/sigla-dell-accordo-per-il-teleriscaldamento-tra-citylife-e-a2a/)

sabato 16 gennaio 2010

Alce: si alle biomasse a Fornoli

Ok alla riconversione dell’Alce per garantire l’occupazione e l’indotto. Coldiretti, la maggiore organizzazione agricola del territorio (www.lucca.coldiretti), punta sulla riconversione della cartaria Alce di Fornoli ad impianto di produzione di energia da biomasse per assicurare il futuro alle aziende agricole boschive – in tutto un centinaio – oggi “disoccupate” al pari dei 100 dipendenti dell’azienda. Il progetto proposto alla Provincia di Lucca per “salvare” l’ormai ex cartaria e i suoi lavoratori, piace a Coldiretti che chiede di “andare avanti e di proseguire nell’iter che porterà alla riconversione dell’impianto produttivo” precisando però come sia importante anche “verificare l’eventuale impatto ambientale sul territorio” come richiesto dai Comitati.

Quello boschivo è un indotto estremamente corposo per l’area che tradotto in numeri significa oltre 3 mila quintali di legname al giorno, circa 1 milione all’anno composto per la maggior parte da tronchi di albero (castagno, pioppo, ontano e faggio) ma anche di ramaglie frutto della lavorazione dei pali. E centinaia di famiglie che “vivono” grazie al bosco. Secondo Coldiretti attualmente l’energia prodotta nelle campagne produce solo il due per cento del totale ma stima che questa percentuale salirà all’8% entro il 2020. Oggi l’Italia importa energia da fonti fossili per oltre l’80% del fabbisogno, mentre il costo dell’energia elettrica è superiore del 30% rispetto a quello degli altri Paesi europei. “Grande impulso verrà dato alla produzione di energia da biomassa – spiega Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – l’opportunità di creare una centrale a Fornoli, e di conseguenza una filiera corta agro-energetica va in questa direzione. Il mondo agricolo può fare la sua parte anche in questo settore, e la farà. L’energia del futuro viene dall’agricoltura”. Coldiretti spiega quali saranno i benefici. Oltre a produrre direttamente la materia prima, gli imprenditori agricoli possono trarre grande vantaggio dalla produzione e dalla vendita di energia, con effetto di riduzione della dipendenza energetica e ricadute benefiche sulla bolletta energetica nazionale. La diversificazione e integrazione delle fonti di reddito e la creazione di occupazione in zone marginali sono alcune tra le più importanti ricadute sociali, mentre a livello ambientale sono fattori rilevanti sia la riduzione delle emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera, che il potenziale ripristino della fertilità del terreno in ambienti marginali. “Dalla centrale a biomasse può nascere una nuova economia – conclude il Direttore Provinciale, Francesco Ciarrocchi – può rappresentare un’opportunità di sviluppo di un settore che ha un forte impatto di servizio alla collettività. Da qui nasce l’esigenza, da parte di tutti, di valutare bene, e attentamente, i benefici per l’occupazione e per la popolazione”.
(da rinnovabili.it)