lunedì 6 ottobre 2014

Wwf: in 40 anni sparita metà della fauna selvatica

Secondo un articolo di Laura Giannoni su Ansa.it, per sostenere i consumi di risorse naturali, e per compensare la CO2 emessa in atmosfera, servirebbero almeno una Terra e mezza. Due Terre e mezza se tutti adottassero lo stile di vita italiano o europeo. Il Pianeta però è uno solo e si sta progressivamente impoverendo, soprattutto in termini di biodiversità, con le popolazioni di vertebrati che si sono dimezzate negli ultimi 40 anni. L'allarme sovrasfruttamento, insostenibile nel lungo periodo anche per l'atteso aumento della popolazione globale, arriva dal Wwf, che avverte i decisori politici: non c'è più tempo da perdere.
Il "Linving Planet Report 2014", il nuovo rapporto biennale del Panda presentato a Milano, mostra lo stato di salute di 10mila specie di vertebrati e indica che, dal 1970 al 2010, le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52%. La minaccia maggiore alla biodiversità deriva dalla combinazione tra l'impatto della perdita degli habitat e il loro degrado. Pesca e caccia costituiscono altre minacce significative, così il cambiamento climatico. Accanto alla perdita di biodiversità cresce l'impronta ecologica, cioè il consumo di natura. La domanda di risorse naturali è del 50% più grande di ciò che i sistemi naturali sono in grado di rigenerare. In sostanza, spiega il Wwf, ''stiamo tagliando legname più rapidamente di quanto gli alberi riescano a ricrescere, pompiamo acqua dolce più velocemente di quanto le acque sotterranee riforniscano le fonti e rilasciamo CO2 più velocemente di quanto la natura sia in grado di sequestrare''.
La situazione è ancora più grave in Europa, dove pesa particolarmente l'uso di combustibili fossili. L'indicatore dell'impronta ecologica mostra infatti che tutti i Paesi dell'Ue vivono oltre i livelli di 'un pianeta' e fanno pesantemente affidamento sulle risorse naturali di altri Paesi. Se tutti gli abitanti della Terra mantenessero il tenore di vita di un cittadino europeo medio, l'umanità avrebbe bisogno di 2,6 pianeti per sostenersi. E 2,6 pianeti è anche l'impronta ecologica dell'Italia, in una classifica che dà la maglia nera a Belgio e Danimarca (4,3) e vede 'trionfare' la Romania (1,4). ''La nostra è una chiamata urgente all'azione, non possiamo più aspettare'', spiega Donatella Bianchi. ''Quasi tre quarti della popolazione mondiale vive in paesi in serie difficoltà, con un deficit ecologico unito a un basso reddito. La crescita di domanda di risorse naturali chiede che ci concentriamo su come migliorare il benessere umano attraverso meccanismi diversi da quelli mirati alla continua crescita''. Le soluzioni, tuttavia, sono a portata di mano. Il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles il 23 e 24 ottobre vedrà i capi di Stato e di governo decidere sul pacchetto 'clima ed energia' dell'Ue fino al 2030. A livello globale, invece, la Conferenza delle Parti della Convenzione sui Cambiamenti Climatici Onu in programma a Lima a dicembre, seguita da quella di Parigi nel 2015, saranno le sedi per chiudere un accordo internazionale sul clima ''volto a spianare la strada - auspica il Wwf - a un'economia a basse emissioni di carbonio''.