"L'eolico e' un settore strategico per il futuro dell'Italia. Occupa 25 mila persone e fornisce elettricita' per 4 milioni di famiglie. Il 'buon vento' rappresenta una componente fondamentale di una nuova economia che puo' essere ben integrata nel paesaggio e contribuire a risollevare dalla crisi il nostro Paese. Per questo l'eolico va difeso, con grande energia, dai fenomeni corruttivi e da qualsiasi tentativo d'infiltrazione d'interessi illeciti o, peggio ancora, della criminalita' organizzata".
Cosi' Legambiente ha voluto affrontare, per fare chiarezza, il tema dell'eolico e le polemiche che negli ultimi mesi hanno spesso accostato questa fonte energetica a inchieste della magistratura e a fenomeni illeciti.
E ha censito 7 inchieste rilevanti, condotte dal 2006 a oggi, che riguardano l'eolico.
Indagini che hanno conosciuto un'accelerazione a partire dal 2009 e che riguardano in particolare cinque regioni: Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. "Eppure - afferma - , nonostante la presenza invasiva in queste regioni delle organizzazioni mafiose e gli ovvi interessi di chi cerca ogni occasione per ottenere illegalmente facili profitti, l'eolico e' di gran lunga il settore economico meno condizionato da fenomeni criminali e d'illegalita'. Basta confrontare questi numeri con quelli del traffico illecito di rifiuti oppure con quelli del ciclo illegale del cemento. Nel periodo gennaio 2006 - luglio 2010 infatti, sono state compiute in Italia 111 operazioni contro i trafficanti di rifiuti con 609 arresti e 360 aziende coinvolte. Vale la pena sottolineare, peraltro, che delle indagini in corso sull'eolico soltanto una si e' già conclusa con una sentenza di condanna primo grado (l'operazione Eolo), mentre diverse non sono ancora arrivate alla fase del rinvio a giudizio".
Di piu': "grazie all'attività degli investigatori oggi non c'è pressoché traccia di energia eolica 'illegale' che viaggi nella rete elettrica (i provvedimenti cautelari scaturiti dalle inchieste sono quasi sempre stati emessi durante le fasi di progettazione e autorizzazione, bloccando gli impianti ancora sulla carta, prima che si realizzassero le opere e che i parchi cominciassero a produrre energia).
Inoltre, non e' possibile beneficiare di fondi europei o pubblici per la realizzazione degli impianti. Da tempo in Italia gli incentivi vengono concessi solo per l'energia elettrica effettivamente prodotta. Se le pale sono installate in aree dove non c'e' vento rimangono ferme. E poiche' gli impianti eolici si possono realizzare solo laddove il vento soffia davvero, il futuro di questa fonte energetica sta nel concorrere insieme alle altre rinnovabili in un processo di riconversione energetica e non di rappresentare l'alternativa, da sola, al petrolio. Insomma, i numeri sembrano smentire le accuse circolate in questi mesi riguardo alla permeabilita' di questo settore rispetto alla criminalità"
(Asca)
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