lunedì 3 dicembre 2012

La green economy assicura nuovi posti di lavoro

Dalla terra e dalla natura arrivano le nuove proposte lavorative, riprese dal passato e dalla tradizione, che offrono migliaia di posti lavorativi. La campagna e la vità contadina complici della greeng economy. A rivelarl è un’indagine di Coldiretti, che ha collaborato alla redazione del rapporto 2012 di Greenitaly presentato dalla fondazione Symbola intitolato “Prospettive per l’economia italiana nel 2012-2013″. Le professioni della tradizione vengono oggi viste in chiave innovativa; negli ultimi 10 anni si è visto un aumento del 4,2% di imprese rurali condotte da under 30. I giovani d’oggi hanno la possibilità di rivedere le antiche professioni in chiave imprenditoriale. Una tra le nuove figure professionali è quella del “sommelier della frutta”, nato grazie all’associazione nazionale degli assaggiatori della frutta, nonchè la Ornafrut della Coldiretti. Il sommelier della frutta ha il compito di insegnare e riconoscere le varietà, indicando il grado di maturazione, il sapore, il colore, l’origine e il profumo di un frutto. A questa figura si affiancano anche l’agrigelataio, l‘affinatore di formaggi oppure il birraio a chilometri zero.

giovedì 18 ottobre 2012

Le risorse naturali sono la speranza dell’Afghanistan

Segnalo l'interessante servizio di Limes sulle risorse naturali in Afghanistan.

Questo paese infatti è ricco di idrocarburi e metalli preziosi, ma dipende ancora molto dagli aiuti internazionali. Con il ritiro delle truppe Nato nel 2014 sta crescendo la preoccupazione degli investitori stranieri.

La Banca Mondiale ha stimato che nel 2010 le finanze pubbliche afghane hanno ricevuto 15,7 miliardi di dollari di aiuti, valore pari al pil del paese. La conferenza di Tokyo dello scorso 7 luglio, cui hanno partecipato oltre 70 Stati, ha segnato la sottoscrizione di un importante impegno a favore di Kabul, che beneficerà di 16 miliardi di dollari l’anno nel quadriennio 2012-2015.
Questo flusso di sovvenzioni sarà difficilmente sostenibile nel medio-lungo periodo, soprattutto a causa della crisi economica che colpisce vari paesi donatori e del minore interesse che molti di questi nutriranno verso la regione centro asiatica dopo il disimpegno della Nato..

martedì 9 ottobre 2012

Esaurimento delle risorse? Arrivano i bioprodotti.

Grazie all’ingegneria metabolica, sempre più spesso incrociata alla biologia sintetica, nei laboratori si sta dando vita a vere proprie “fabbriche di cellule”, dove i microorganismi vengono geneticamente modificati per produrre prodotti chimici di valore. 
Sang Yup Lee
Tra i massimi esperti del settore c'è lo scienziato Sang Yup Lee del KAIST (Korea Advanced Institute of Science and Technology) che insieme al suo team di ricerca ha creato in laboratorio una nuova tipologia di materiale plastico polimerico ottenuto impiegando il batterio Escherichia Coli geneticamente modificato. Il microorganismo viene utilizzato per l’attivazione del processo e la produzione del polilattato (PLA) e del suo co-polimero attraverso la fermentazione diretta, permettendo la generazione di un polimero da biomasse.
Per raccontare l’evoluzione dell’ingegneria metabolica il professor Lee ha tenuto a Londra una Environmental Microbiology Lecture introducendo quelle che oggi sono strategie generali per l'ingegneria dei sistemi metabolici e spiegando come “la produzione di bioprodotti avrà un ruolo sempre più importante nella creazione di un mondo sostenibile. Per rendere il bioprocesso economicamente efficiente e competitivo è essenziale migliorare le prestazioni dei microrganismi attraverso sistemi di ingegneria metabolica”. “Dai solventi per l'industria delle materie plastiche, - sostiene il ricercatore coreano – un numero sempre crescente di prodotti di uso quotidiano sarà prodotto attraverso i processi biologici”.
(da Rinnovabili.it)

lunedì 1 ottobre 2012

Salvatore Sardo: nel prossimo quadrimestre Eni investirà 60 mld

Salvatore Sardo
Salvatore Sardo
Salvatore Sardo, chief corporate operations officer di Eni, durante il suo intervento alla Lectio inauguralis della Eni Chair in Energy Markets (vd post di ieri), ha dichiarato che nel quadriennio 2012-2015 Eni prevede investimenti per "59,6 miliardi di euro", "piu' del 75% dei quali sarà destinato alle attività upstream, in particolare allo sviluppo di progetti sfidanti quali Zubair (Iraq), Junin 5 e Perla (Venezuela), Goliat (Norvegia) e Kashagan (Kazakistan)". Sardo ha inoltre spiegato che gli investimenti previsti "consentiranno di espandere la produzione di idrocarburi nel periodo 2012-2015 a un tasso di incremento medio annuo di oltre il 3%" .
 Questi numeri impressionanti, sottolinea Salvatore Sardo, sono "coerenti con un’azienda che, forse non tutti lo sanno, si colloca al 12° posto nel mondo per total assets nella classifica Mediobanca 2012 sulle multinazionali".

Il testo integrale dell'intervento di Salvatore Sardo è scaricabile dal sito Eni > >

venerdì 28 settembre 2012

Eni Chair in Energy Markets: lunedì la lectio inauguralis

L’Università Bocconi di Milano, in collaborazione con Eni, ha creato un nuovo corso dedicato all'energia: l'Eni Chair in Energy Markets.
Si tratta di una cattedra intitolata e permanente, nata con l’obiettivo di rafforzare l’attività di studio e analisi del mercato dell’energia, che verrà trattata sia in ambito didattico che in ambito di ricerca.
La cattedra è assegnata al Professor Michele Polo direttore del centro di ricerca in economia e politica dell’energia e dell’ambiente della Bocconi (Iefe) e Prorettore per l’Organizzazione Interna dell’Università Bocconi.

L'Eni Chair in Energy Markets sarà presentata lunedì 1 ottobre, alle ore 11,30, presso l’Aula Magna della Bocconi (via Gobbi 5 a Milano) con un Lectio Inauguralis dal titolo "The Evolution of Natural Gas Markets in Europe" tenuta da:
  • Salvatore Sardo, chief corporate operations officer di Eni
  • Guido Bortoni, presidente Autorità per l'energia elettrica e il gas
  • Michele Polo, titolare del corso
  • Jonathan Stern, chairman Natural Gas Research Programme e Senior Research Fellow dell'Oxford Institute for Energy Studies

venerdì 14 settembre 2012

Direttiva sull'efficienza energetica: via libera del Parlamento

Piu' efficienza per bollette meno care, con l'obiettivo di tagliare i consumi di energia del 20% nel 2020, ossia circa 50 miliardi in importazioni di gas e petrolio. Il Parlamento Ue ha definitivamente approvato a larga maggioranza (632 si', 25 no, 19 astenuti) la direttiva quadro sull'efficienza energetica, ''colmando - secondo affermato il relatore, il verde Claude Turmes - una lacuna del pacchetto energia: fino ad ora l'efficienza era un obiettivo di ambizione politica, ora invece diventa un obiettivo vincolante''. Entro aprile 2013 ogni Stato membro dovra' fissare obiettivi nazionali che verranno poi valutati dalla Commissione Ue.

Se questi non saranno sufficienti a raggiungere il 20% collettivo, allora Bruxelles potra' imporre ulteriori interventi. I settori di azione indicati sono quelli dell'edilizia pubblica, il 10-12% del totale degli edifici, le imprese energetiche di pubblica utilita', che dovranno migliorare l'efficienza del 1,5% all'anno, e le grandi imprese, sottoposte a consulenze e revisioni dei loro piani energetici ogni 4 anni. ''Le misure vincolanti - assicura Turmes - ci porteranno dal 9% attuale di efficienza (stimato sui livelli del 2007, ndr) fino al 15%-15,5%''. Il restante 5% verra' colmato dalla direttiva Cars (1,5%), dalla normativa, ancora in discussione, sulle caldaie, (1%) e da altre iniziative su frigoriferi e tv.

Le misure aggiuntive per arrivare al 20% verranno definite dalla Commissione nel 2014. Per finanziare gli interventi saranno necessari circa 40-50 miliardi all'anno, facendo ricorso ai fondi strutturali, 18 miliardi, ai prestiti della Bei e, si augura Turmes, a ''project bond'' ad hoc. La Ue nel suo complesso importa energia per 488 miliardi di euro all'anno, pari al 3,9% del Pil. ''Portogallo, Italia, Grecia e Spagna'', ha aggiunto il relatore, ''sono i Paesi piu' dipendenti dalle importazioni, e' evidente il rapporto strettissimo tra maggior efficienza energetica e un'economia che produce risultati piu' positivi, senza considerare i posti di lavoro che verrebbero creati per le ristrutturazioni''. Soddisfazione da parte del gruppo Ppe per la ''flessibilita' inserita nella normativa, una posizione condivisa anche da Oreste Rossi della Lega Nord. I socialisti e democratici sottolineano come ''la crescita verde sia una chance per l'Ue'' e Andrea Zanoni, dell'Idv, plaude a ''un passo fondamentale per la lotta al cambiamento climatico''.
(da efficienzaenergetica2008.blogspot.it)

venerdì 7 settembre 2012

Legambiente premia i comuni italiani “campioni” del solare

Cigliano, Bentivoglio, Narni, Forli’ e Bologna con una menzione speciale per la creazione di una ‘mappa’ del solare. Questi sono i comuni vincitori del campionato solare 2012 premiati da Legambiente perche’ ”piu’ avanti nella rivoluzione energetica pulita, conveniente, moderna e democratica” rispetto ”alle fonti fossili”. Il campionato solare, curato da Legambiente in collaborazione con Gse (Gestore servizi energetici) e Sorgenia, e’ una competizione tra comuni, nata per capire e raccontare i risultati di diffusione del solare termico e fotovoltaico in Italia. ”Il solare a luglio – osserva Legambiente – raggiungendo l’8% della produzione in Italia e’ la migliore risposta a chi vuole fermare le rinnovabili”. I premiati – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – sono ”in testa alle classifiche anche per precise scelte di politica energetica, che hanno permesso di spingere l’innovazione”. Secondo i dati di Terna, citati da Legambiente, ”nei primi sei mesi del 2012 il solare fotovoltaico ha garantito il 6,8% della produzione netta nazionale”. Legambiente chiede ”all’Autorita’ per l’energia e al ministro Passera di togliere tutte le barriere allo sviluppo”.
Ecco la mappa dei comuni vincitori:
  • PICCOLI COMUNI: Cigliano, in provincia di Vercelli, si aggiudica la prima posizione grazie ai suoi 17,8 MW (Megawatt) di impianti solari fotovoltaici e 199,75 metri quadrati di solare termico;
  • COMUNI MEDI: Bentivoglio, in provincia di Bologna, vince grazie a 15,9 MW complessivi di impianti fotovoltaici distribuiti su 112 impianti;
  • COMUNI MEDIO-GRANDI: Narni, in provincia di Terni, vince grazie a 45 MW di impianti fotovoltaici installati, 266 impianti, e 47,27 metri quadrati di solare termico;
  • COMUNI GRANDI: Forli’ sale sul gradino piu’ alto del podio grazie a 664 metri quadrati di solare termico e 37 MW di pannelli fotovoltaici.

venerdì 13 luglio 2012

L’energia dei rifiuti

Seab Energy, un’azienda inglese ha dato vita a un macchinario davvero innovativo e rivoluzionario. Si tratta di un apparecchio modulare capace di convertire materiale organico in energia utile. Se si pensa che negli Stati Uniti i rifiuti organici giornalieri di una caffetteria all’interno di una scuola risalgono a mezza tonnellata e questa quantità, trasformata in energia, è sufficiente per far funzionare fino a 160 computer si può di certo dire che la materia prima per produrre energia pulita non mancherebbe. In questo Muckbuster i batteri consumano le sostanze e trasformano tutto in una miscela di gas. In seguito vengono filtrati i vapori nocivi e si ottiene così un flusso di metano, che attraverso una mini-turbina fornisce l’elettricità, il calore e l’acqua calda per uso domestico. Infine quello che rimane dei rifiuti solidi può essere utilizzato come concime organico oppure rivenduto. Tutto questo ridurrebbe al minimo il problema dello smaltimento degli scarti e soprattutto del rilascio di metano nell’atmosfera. Quello che rende realizzabile questo progetto è la dimensione della macchina: un container di 13 metri. Per questa sua caratteristica esso è facilmente spedito e installato dove vi è necessità. In questo modo, mercati rionali, festival e grandi fiere potranno soddisfare il proprio fabbisogno di calore e luce con i rifiuti alimentari che da sole producono diventando un vero e proprio green market.

venerdì 6 luglio 2012

Paolo Scaroni: in 5 anni, 2 miliardi investiti in ricerca-sviluppo

Paolo Scaroni
Paolo Scaroni
Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, nel corso della consegna al Quirinale dei premi Eni Award 2012, ha ricordato che nel triennio 2009-2011 sono state depositate ''circa 300 domande di brevetto, un terzo in più rispetto al triennio precedente''.

Dal 2005 al 2011 Eni ha investito in ricerca e sviluppo ''quasi due miliardi di euro'', ha detto Paolo Scaroni, con una crescita ''costante'' della ''produzione intellettuale'' del gruppo.

(dal blog di fabio Barnetta)

lunedì 11 giugno 2012

Pechino e Madrid alleate per le energie rinnovabili

Cina e Spagna hanno deciso di ampliare la propria cooperazione bilaterale nel commercio e nelle energie rinnovabili, nel tentativo di migliorare ulteriormente i rapporti tra i due paesi. L'annuncio dell'impegno, come riportato da ChinaDaily, e' stato dato da Wu Bangguo, presidente del Comitato Permanente dell'Assemblea Popolare Cinese, e Mariano Rajoy, primo ministro spagnolo, durante un meeting in Spagna. Lo stesso Wu ha confermato che i rapporti tra i due paesi sono "ai massimi storici". La proposta di Wu e' racchiusa in tre punti programmatici: preparazione di rapporti di scambio biunivoci che rafforzino investimenti e commerci tra i due paesi; potenziamento del settore delle energie rinnovabili; rafforzamento degli scambi culturali tra le due nazioni che incentivino anche il turismo. Durante l'incontro, Rajoy ha anche rassicurato in merito alla situazione economica della Spagna e alle misure contro la crisi del debito, per poi ringraziare il paese asiatico per l'aiuto economico dato durante il massimo periodo di crisi. Wu, dal canto suo, ha confermato che la Cina non abbandonerà l'Europa al suo destino ed anzi l'aiuterà a superare le difficoltà dovute alla congiuntura economico-finanziaria attuale. Quella spagnola e' stata la tappa conclusiva di un tour di sei giorni che ha visto Wu Bangguo visitare anche i Paesi Bassi, la Croazia e il Lussemburgo. (AGI)

domenica 10 giugno 2012

Elisa Cesaretti: serve un piano di edilizia sostenibile

"Il recente terremoto in Emilia Romagna, il grave dissesto idrogeologico, i danni subiti dal patrimonio abitativo, agricolo, industriale, infrastrutturale, artistico e culturale e la morte di operai sotto le coperture di capannoni, fanno riflettere sulla necessità di messa in sicurezza del nostro Territorio". Lo ha dichiarato la presidente di Ascomac Elisa Cesaretti in occasione del seminario "Formazione e verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro per la realizzazione del Cantiere a impatto zero". Secondo Cesaretti "l'edilizia sostenibile è la risposta anticiclica, non solo alla attuale crisi economica, ma anche organizzativa, realizzabile attraverso l'avvio immediato di un Piano straordinario antisismico ed energetico sia per le nuove costruzioni sia per il consolidamento e miglioramento degli edifici pubblici e privati esistenti".

sabato 9 giugno 2012

Nessuna correlazione tra terremoto ed attività di stoccaggio gas

"Nessuna correlazione tra terremoto ed attività petrolifere" assicura Assomineraria, che auspica una maggiore obiettività scientifica nel vagliare le cause del sisma in Emilia per evitare facili speculazioni e argomentazioni pretestuose che non solo non danno una spiegazione di quanto accaduto, ma procurano allarme sociale e provocano ancora più sconcerto tra coloro che sono stati colpiti dagli eventi.

Assomineraria si riferisce alle notizie apparse negli ultimi giorni su alcuni organi di stampa e in trasmissioni tv, come ad es. Report, che imputerebbero alle attività petrolifere di essere una delle cause del terremoto in Emilia Romagna,
L’argomento dovrebbe essere affrontato con il massimo rigore scientifico e proprio per dare un contributo alla comprensione di quanto accaduto, Assomineraria ha pubblicato un articolo del Prof. Carlo Doglioni, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma, che, insieme a quello di Bologna, rappresenta il polo scientifico che più da vicino ha studiato per molti anni le relazioni tra attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio emiliano. Nella nota (http://www.assomineraria.org/news/attach/doglioni060612.pdf), si esclude qualsiasi correlazione tra il fenomeno sismico avvenuto in Emilia e le attività legate alla ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi.
 Inoltre, per completezza di informazione, Assomineraria ritiene importante aggiungere che nella zona colpita dal sisma, o in qualsiasi altra zona d'Italia, non sono mai state eseguite attività di “fracking” mirate alla produzione di “shale gas”.

venerdì 8 giugno 2012

Giappone: il rilancio del nucleare è vitale

Il rilancio dell'attività nucleare ''è vitale in Giappone, un paese privo di risorse naturali'', per ''aiutare l'economia e il sostentamento dei suoi abitanti''. Lo ha detto il premier nipponico Yoshihiko Noda nel corso di una conferenza stampa in cui ha motivato la necessità di riaccendere le unità n. 3 e 4 della centrale atomica di Oi. "Il nucleare è una fonte di energia importante e la sicurezza energetica è una delle questioni più rilevanti sul territorio", ha aggiunto Noda, sottolineando tuttavia l'esigenza di ''evitare, con le misure di sicurezza appropriate, possibili incidenti come quello di Fukushima''. In seguito al terremoto/tsunami dell'11 marzo del 2011 e all'incidente nucleare che investì il Paese, le autorità nipponiche hanno chiuso i 50 reattori atomici per lavori di manutenzione e revisioni della sicurezza. (ASCA)

giovedì 7 giugno 2012

Clini: avviata task force per l'uso delle risorse naturali

"Abbiamo avviato proprio due giorni fa una task force europea che ha l'obiettivo di definire entro la fine dell'anno gli indicatori di efficiente e sostenibile uso delle risorse naturali". Lo ha detto il ministro per l'Ambiente Corrado Clini a Trieste a margine di un intervento allo stabilimento Illy.
"Sono indicatori - ha aggiunto Clini - che servono per integrare la valutazione del prodotto interno lordo con la valutazione della sostenibilita' della crescita economica. E nel momento in cui incominceremo a introdurre a livello europeo questo criterio, cio' poi si tradurra' in obiettivi e obblighi per gli Stati membri e per le imprese". (AGI)

mercoledì 6 giugno 2012

Napolitano: serve equilibrio tra risorse produttive e stili vita

"Le calamita' naturali che si abbattono sempre piu' spesso su territori gia' fragili rendono indispensabile trovare un equilibrio tra risorse e capacita' di produzione, da una parte, consumi e stile di vita dall'altra" ha detto Giorgio Napolitano, aprendo i lavori dell'assemblea generale annuale dell'Organizzazione mondiale degli agricoltori. "La conservazione delle risorse naturali, il patrimonio forestale, il nostro paesaggio agricolo, la capacita' di produzione della terra e degli oceani e' responsabilita' comune di tutti i paesi del mondo".
Tra i problemi cruciali , il Capo dello Stato ha indicato "l'accesso al mercato, la scarsita' delle risorse idriche, le innovazioni e tecniche agricole d'avanguardia e bio-sostenibili". Il Presidente ha indicato alcuni passaggi nodali che attendono la comunita' internazionale proprio sui temi dell'agricoltura e dell'ecologia. Tra queste, oltre all'assemblea di oggi, il vertice di Rio sullo sviluppo sostenibile, che si terra' tra due settimane e che "ci imporra' una seria riflessione sugli equilibri del pianeta dai quali dipende non soltanto il mondo in cui viviamo oggi ma soprattutto quello che lasceremo ai nostri figli". Una sfida vincente non solo per l'equilibrio del pianeta, ma anche per l'economia, perche' "l'agricoltura e' motore della crescita".
Per il Presidente Napolitano, infatti, "l'agricoltura e' un mestiere del futuro" ed e', insieme alla salvaguardia del territorio, un mestiere "per giovani". Proprio per questo "pur in presenza di un'obiettiva ristrettezza di risorse, non deve venir meno l'impegno, pubblico e privato, a favore dei gruppi piu' vulnerabili e delle popolazioni meno attrezzate a sostenere le sfide di un mondo globalizzato", ha sostenuto il Presidente dopo aver dedicato un passaggio del suo intervento all'importanza del sostegno agi agricoltori soprattutto nei paesi meno avanzati. Ma tutte queste, ha sottolineato Napolitano, sono sfide "che possono essere affrontate solo in stretta collaborazione tra Nazioni Unite, governi, settore privato". (AGI)

giovedì 31 maggio 2012

Paolo Scaroni: "Caro-benzina? Colpa dello stile di vita"

Paolo Scaroni, l'amministratore delegato di eni, in occasione della sua partecipazione al Day Rotary Patavini, invitato dal dipartimento di Scienze economiche di Padova per affrontare il tema "Energia e politiche dello sviluppo", lancia una provocazione: "Ci lamentiamo per l'eccessivo costo della benzina? Per chi sta dalla parte dei Produttori costa, invece, fin troppo poco. E se il prezzo è considerato elevato, la colpa va attribuita al nostro stile di vita. Non siamo disposti, infatti, a rinunciare a nulla: ciò significa che il petrolio non ha raggiunto ancora un costo tale da essere ritenuto insostenibile e da provocare, quindi, un mutamento del nostro modo di vivere".
In un’epoca di consumi elevati come quella in cui stiamo vivendo, se il prezzo della benzina è così alto, dipende anche dal fatto che noi non riusciamo a farne a meno: consumiamo comunque così tanto che la benzina era e resta necessaria, quindi preziosa e costosa.

Paolo Scaroni - nell’affrontare il tema del caro-benzina - ha aggiunto che la crisi dell’Iran pesa ai 15 ai 20 dollari al barile: “È vero che sul prezzo del greggio influiscono speculazione e rischi internazionali, ma è altrettanto vero che l'Occidente non fa nulla per ridurre i consumi. In 20 anni il costo del petrolio è cresciuto di dieci volte, eppure i consumi non sono calati”.

Paolo Scaroni continua con una stoccata agli americani: “Se solo gli Stati Uniti sostituissero il loro parco auto - che in media divora un litro di carburante per ogni sette chilometri di strada - con vetture meno assetate, risparmierebbero ogni anno qualcosa come l'intera produzione di greggio dell'Iran. Ancora: se gli americani vivessero con temperature normali in casa, come in Europa, e se tutti usassimo auto a minor consumo, si arriverebbe a un 20% in meno di consumi nel mondo".

E il nostro Paese? “Abbiamo 26.000 pompe contro le 9.000 del Regno Unito. Se in Italia - dice Paolo Scaroni - accettassimo di avere meno stazioni di carburante in giro, otterremmo altri risparmi”.

Paolo Scaroni conclude fornendo altri dati: “Il consumo pro capite negli USA è di 25 barili all'anno, in Europa di 12. La Cina, accusata dall'Occidente di essere la causa di tutti i mali, ha un consumo di due barili a testa. In totale, utilizza l'8% del petrolio mondiale, contro il 18% dell'Europa e il 25% degli Usa”. Paolo Scaroni insiste: "Se abbiamo una visione comune per cui i consumi di petrolio sono incomprimibili, significa che i prezzi sono bassi".

giovedì 24 maggio 2012

Salvare l’ambiente grazie alla cucina


Durante l’Earth Day 2012, Enpa e Wwf hanno invitato ad abbracciare la dieta vegana e vegetariana perché il consumo di carne è responsabile di sfruttamento e deforestazione. Il presupposto alla base dell’iniziativa è la constatazione di come il cambiamento climatico non sia più una problematica rimandabile, dati gli altissimi costi di inquinamento che allevamento e industria intensiva comportano, soprattutto in termini di emissioni di CO2. Senza ricorrere a scelte drastiche si può comunque fare molto in materia di salvaguardia dell’ambiente grazie ad una maggiore consapevolezza riguardo i loro acquisti alimentari, magari preferendo prodotti a chilometro zero o evitando quelle società che notoriamente si rendono responsabili di danni naturali di grande portata. Inoltre questo ha come conseguenza un grande risparmio che in tempo di crisi è sempre apprezzato.  Dieci sono le regole stilate dal WWF in fatto di spesa, cucina e cibo:

·        Acquistare prodotti locali: oltre a regalarsi il piacere di pietanze sempre fresche e di provenienza certificata, si aiuta l’economia della filiera corta italiana e si abbattono i costi di CO2.

·        Mangiare cibi di stagione: in questo modo si abbatte l’inquinamento da trasporto, si contengono le coltivazioni in zone esotiche del mondo responsabili del disboscamento di intere foreste e non ci si rende responsabili dello sfruttamento delle risorse e delle popolazioni dei paesi poveri del globo.

·        Diminuire il consumo di carne: l’allevamento è purtroppo uno dei maggiori responsabili di emissioni di gas serra e del disboscamento. Intere foreste vengono distrutte per fare spazio ad allevamenti intensivi di suini e bovini. La gestione di mangimi e letam, inoltre, si configura come un killer dell’atmosfera, con tassi elevatissimi di produzione di CO2.

·        Scegliere il giusto pesce: prediligere il pesce pescato anziché quello di coltura, seguire la stagionalità delle specie, informarsi sulle taglie previste per legge, consumare pesce locale .

·        Privilegiare prodotti biologici: l’agricoltura biologica, oltre a fornire frutta e verdura sana e saporita, riduce l’impatto ambientale aumentando la capacità di assorbimento del suolo.

·        Ridurre gli sprechi: gran parte dell’inquinamento alimentare deriva da prodotti che finiscono in discarica perché non consumati.

·        Evitare prodotti con troppi imballaggi: dei 540 kg di rifiuti prodotti da un singolo italiano all’anno, il 40% è costituito da packaging.

·        Evitare cibi troppo elaborati: i cibi pronti come i prodotti da freezer o gli snack pesano moltissimo sul tasso di CO2 rilasciato in atmosfera.

·        Bere l’acqua di rubinetto: il business dell’acqua in bottiglia, con tutti i problemi connessi con lo smaltimento dei contenitori in plastica, è davvero dannoso per l’ambiente.

·        Niente sprechi sui fornelli: cucinando si consuma gas ed energia elettrica. Basta qualche piccolo accorgimento, come unire più teglie o cucinare pietanze diverse in un’unica pentola, per abbattere i consumi.

giovedì 17 maggio 2012

Case prefabbricate in legno: un elogio alla resistenza

Costruzioni prefabbricate e condizioni climatiche estreme non possono convivere? Sbagliato! Basta guardare la casa costruita dalla FlatPak Studio, chiamata Week’nder, nel Wisconsin. A renderla resistente al vento, che in quelle zone raggiunge le 160 miglia orarie, e al freddo pungente, è la combinazione tra legno e vetro termico, i quali rendono queste case resistenti e confortevoli sia nella stagione calda che durante il grande freddo. Altro grande vantaggio è la possibilità di costruirle anche in aree sismiche.
I prefabbricati sono personalizzabili e componibili secondo il gusto e le esigenze di spazio del proprietario. Possono infatti raggiungere fino a quattro piani in altezza. Il rivestimento interno è resistente alle termiti, mentre i locali beneficiano di ventilazione e luce naturale, nonché una pavimentazione ben riscaldata. Infine, il tetto in vetro può sopportare grandi carichi di neve.
Il primo prototipo, costruito e collaudato in Wisconsin, è stato trasportato sul Lago Superiore e ora si trova sulla Madeline Isle, una delle isole dell’arcipelago del lago, dove vive l’attuale proprietario.

giovedì 10 maggio 2012

Tegole fotovoltaiche: il tetto che produce energia

Dopo i pannelli da installare sul tetto o in giardino, arrivano le tegole fotovoltaiche: si integrano perfettamente alla struttura dell’edificio, sono efficienti ed esteticamente belle.

Il problema estetico ha spesso ostacolato la diffusione dell’energia solare in Italia, paese ricco di borghi antichi e centri storici dove l’installazione dei pannelli solari è non solo antiestetica, ma anche vietata dalla legge. La tegola solare permette di risolvere il problema. E’ già presente sul mercato da circa un anno ed è studiato per diversificarsi in modo da ottenere una perfetta integrazione col paesaggio.
Le tegole solari sono di fatto dei piccoli pannelli applicati sulla parte piatta della tegola o tra una tegola e l’altra. Un grande vantaggio è che il tetto va solo parzialmente modificato e non totalmente rifatto.

Esistono anche coppi solari, ideali per le zone sottoposte a rigide normative paesaggistiche.

L’offerta di tegole e coppi solari cresce a vista d’occhio e i produttori sono già un buon numero, a tutto vantaggio dell’occupazione e di una auspicabile ripresa economica.

martedì 21 febbraio 2012

L’hamburger artificiale che aiuta l'ambiente

L'eccessivo consumo di carne, nella nostra dieta alimentare, non costituisce solo un problema per la salute dell'individuo, anche per quella del pianeta. Per produrre un chilo di carne di manzo servono 15mila litri d'acqua e per venire in contro alla richiesta del mercato vengono allevati tre miliardi di animali, causando uno squilibrio delle risorse del pianeta. Insomma, la carne è un problema, sotto vari aspetti. Un problema che potrebbe essere risolto con la produzione di un nuovo tipo di carne in provetta. Qualcuno sta per riuscirci.

Mark Post, direttore del dipartimento di fisiologia dell' Università di Maastricht, durante il meeting della American Academy of Arts and Sciences a Vancouver, Canada, ha annunciato di essere sulla buona strada per creare l'hamburger artificiale. Post e il suo team di ricercatori sono riusciti a "coltivare" in un siero di feto di vitello minuscoli pezzi di muscolo ottenuti dalle cellule dei muscoli delle ossa. Mescolando questi pezzi con sangue e grasso, ottenuto artificialmente, si arriverà all'hamburger artificiale definitivo.

Post afferma che i tessuti prodotti in laboratorio hanno la stessa struttura di quelli originali. E anche lo stesso sapore? Calma, una cosa per volta. Carne e sapore sono due fattori su cui lavorare separatamente, come ha spiegato il professore, bisognerà capire “ quali componenti della carne producono effettivamente il gusto”. Comunque, l’hamburger artificiale potrà risultare forse più buono, sapendo che la sua produzione diminuisce del 60% l’impatto ambientale.

Produrre il primo eco-hamburger è costato 250mila euro, ma Post invita a non lasciarsi impressionare da questa cifra. Nel tempo la tecnologia migliorerà e i prezzi scenderanno. Il primo hamburger compatibile non rimarrà in una teca del laboratorio, ma passerà alla cucina e verrà servito al ristorante Fat Duck di Berkshire dallo chef tre stelle Michelin Heston Blumenthal.
(da life.wired.it)