venerdì 28 novembre 2008

Energia, Scaroni (Eni) incontra il presidente del Ghana

L'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, ha incontrato ad Accra il presidente dello Stato africano del Ghana, John Kofi Agyekum Kufuor Scaronie Kufuor hanno discusso di possibili collaborazioni nel settore dell'upstream,cioèi giacimenti. Il Ghana ha una produzione di greggio e metano assai contenuta, tuttavia la visita conferma il ruolo strategico che l'Africa riveste per l'Eni nel settore dell'esplorazione ed estrazione di petrolio e gas. L'Eni ha avuto in Ghana una presenza soprattutto a partire dagli anni Sessanta.

Dal petrolio all'energia, la parabola dell'Erg

Dal Corrierre della Sera

N ell'immaginario comune il suo nome richiama raffinerie che lavorano il greggio, grandi cisterne, un marchio che partendo dalla Valle Scrivia ha invaso strade e autostrade italiane. Oggi è una realtà consolidata nel settore energetico, con profonde radici territoriali e grandi prospettive future. Tutto questo è Erg, azienda petrolifera con settant'anni di storia alle spalle e un presente industriale solido che non ha dimenticato il valore della cultura e il rapporto tra impresa e territorio, memoria e progetto sociale, economia e lavoro, che uniscono l'impresa industriale all' arte e al mondo delle conoscenze.Rispetto ad altre realtà storiche, di settori e comparti produttivi differenti, Erg ha deciso di entrare più tardi e con ca-ratteristiche originali nell'ambito della valorizzazione della cultura d'impresa. La Fondazione Edoardo Garrone, costituita a Genova da Erg Spa e San Quirico Spa la società holding delle famiglie Garrone e Mondini nasce, infatti, solo alla fine del 2004 e da allora opera in piena autonoma e con proposizioni e caratteristiche differenti dal semplice centro studi o archivio storico aziendale. Nella storica sede di Palazzo Ambrogio Di Negro in Banchi nel cuore dell'antica città portuale, Garrone definisce la fondazione come una nuova porta d'accesso al mondo della cultura e della società, e racconta come il suo atto costitutivo sia nato in famiglia: «Sono stati i miei figli – afferma il presidente – a sollecitarmi e poi convincermi che fosse il tempo d'intraprendere questa nuova sfida. Il progetto è maturato ed è stato realizzato grazie anche a un prestigioso comitato scientifico di altissima qualità e rappresentativo di molte discipline e saperi. Abbiamo fondato una realtà culturale autonoma dall'impresa ma che da essa trae ispirazione e metodo».In occasione delle celebrazioni del settantesimo la Fondazione ha promosso il primo studio scientifico sull'azienda, che ripercorre la storia dell'Erg come caso di studio della storia economica del Novecento italiano. Dal Petrolio all'energia: Erg 1938-2008 (Laterza), è un lavoro, condotto da studiosi d'impresa Alberto Clô ( Università di Bologna), Chiara Ottaviano (Politecnico di Torino) e Roberto Tolaini (Università di Genova), guidati da due storici dichiara fama, Paride Rugafiori e Ferdinando Fasce. La ricerca, accurata, ricostruisce ogni passo dell'impresa attraverso diversi archivi familiari e aziendali, i partner incontrati nel corso del tempo, testimonianze e lettere personali della famiglia Garrone.La parabola aziendale la storia di una famiglia che ama la sua terra, scrivono gli autori, è costantemente segnata da "primogeniture" – tecnologiche, commerciali, sindacali, socioterritoriali, finanziarie e di governance – tanto numerose da rendere Erg una realtà molto particolare. Dedicata alla memoria di Edoardo Garrone che,nel 1938, avviò l'attività industriale del gruppo, anche la missione della Fondazione è inedita nel panorama delle istituzioni del settore: essendo definita dai suoi promotori come una fondazione culturale operativa, che si inserisce nel panorama socio-culturale con l'intento di favorire la condivisione, la fruizione e la diffusione della cultura, dell'arte, della scienza e delle loro più efficaci forme di espressione.Nel corso dei primi tre anni di attività varie sono state le iniziative: conferenze politico- sociali, incontri aperti ad un pubblico numeroso e popolare come la rassegna "Le parole tra noi. Conversazioni sui libri della vita" di autori, attori e personaggi pubblici, esposizioni artistiche di qualità, molte delle quali realizzate in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.Promotrice e sostenitrice di progetti culturali meritevoli di sostegno la Fondazione Garrone è soprattutto un luogo di dialogo, incontro e confronto culturale, in campo artistico e scientifico.Membro dell'European Foundation Centre, il sodalizio è aperto alla collaborazione con istituzioni locali, nazionali ed estere, e offre un contributo concreto di idee e di risorse a programmi di comunicazione culturale, di ricerca e divulgazione scientifica, di tutela e promozione del patrimonio artistico in aree dove la storia e la tradizione dell'azienda sono radicate.Particolare attenzione è dedicata alla formazione e ai giovani, affrontando con responsabilità i temi dello sviluppo, l'ambiente e l'integrazione sociale. Nel 2008 il budget della Fondazione è stato di 850mila euro utilizzati per finanziare progetti e attività operativa. Le risorse per il 2009 è presumibile possano crescere, per dare forza e linfa vitale ad una realtà viva che svolge un ruolo di animazione culturale e sociale di grande rilievo e alta qualità a favore del territorio.

giovedì 27 novembre 2008

Energia pulita più forte della crisi

da "Il Sole 24 Ore"

...Da qualche anno le fonti rinnovabili sono protagoniste di una crescita che ha dato loro un peso specifico che non è vincolato solamente a tesi ambientaliste, hanno iniziato ad attirare l'attenzione dei mercati rendendosi sempre più economicamente e finanziariamente vantaggiose, almeno in prospettiva futura.«Già da tempo – continua Yergin – le rinnovabili hanno superato lo spartiacque che le divideva dal mainstream del settore energetico, percorrendo un cammino in cui diversi fattori hanno giocato un ruolo importante». Il dibattito sul cambiamento climatico e sulla sicurezza energetica e gli incentivi pubblici hanno così contributo a far emergere le potenzialità di un settore che, da parte sua, ha mostrato grande capacità di adattamento e un'offerta molto differenziata. Anche i mercati, però, hanno fatto la loro parte: «Abbiamo visto imprese che, da anni nel settore delle rinnovabili, hanno lottato a lungo e duramente per evitare flessioni – prosegue Yergin – finché non hanno ricevuto le attenzioni di compagnie più grandi che hanno alimentato l'innovazione e realizzato nuove start-up».Eolico, solare termico, fotovoltaico sono oggi realtà concrete che mettono di fronte al nostro futuro energetico un potenziale molto grande, e quanto più il mercato spingerà nella loro direzione, tanto più potranno raggiungere dimensioni globali. Ma lasciarsi trasportare verso previsioni esageratamente ottimistiche sarebbe un errore, spiega Yergin: «L'evoluzione dellefonti rinnovabili dagli anni Settanta a oggi è disseminata di percorsi contorti, cambiamenti improvvisi e sorprese, a volte clamorose»....

Come produrre energia pulita in Piemonte

tratto da "La Stampa"

La sfida del Piemonte sul fronte energetico approda ad Alba. Da oggi a domenica la Regione sarà presente alla fiera «Proposte d'autunno», nel Palazzo mostre e congressi di piazza Medford, con lo stand informativo «Uniamo le energie».Uno spazio tutto dedicato alla divulgazione delle politiche a favore delle piccole e medie imprese e alla promozione delle pratiche virtuose per la riduzione dei consumi energetici e lo sviluppo delle energie rinnovabili, anche attraverso l'esposizione di esemplari di impianti alternativi e mezzi di trasporto puliti. Allo stand sono attese anche le visite di numerose scolaresche (e per il coinvolgimento delle scuola vedi anche Il progetto Eniscuola).L'iniziativa si inquadra in una nuova consapevolezza: per ridurre la dipendenza energetica da fonti non rinnovabili è indispensabile una mobilitazione culturale, economica e persino psicologica della comunità regionale. Ecco allora che il 2008 per il Piemonte è l'anno dell'energia. «Attraverso un forte impegno di risorse materiali e umane - spiega la presidente Bresso - vogliamo avviare il processo per sviluppare energie rinnovabili e trasformare quelli che oggi sono i costi derivanti dall'importazione di petrolio e gas in risparmi e occasioni di sviluppo, crescita e creazione di posti di lavoro per il nostro territorio».Aumentare del 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili e ridurre della stessa percentuale le emissioni di anidride carbonica e i consumi energetici regionali, con conseguenti ricadute positive sia sulla salute e la qualità della vita dei cittadini sia sull'occupazione e il reddito dei piemontesi: sono questi gli obiettivi che l'Unione Europea chiede di raggiungere entro il 2020.Attualmente, il Piemonte importa 9 miliardi di euro di fonti fossili - tutta l'Italia ne importa 70 miliardi - e l'89% dell'energia che utilizza. «La nostra Regione - dice ancora la presidente Bresso - è quella che in Europa ha impegnato per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili la quota massima dei fondi europei, circa un quarto di quelli assegnati attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale: 270 milioni di euro». L'obiettivo a cui punta è dare impulso alla ricerca portandola nell'arco della legislatura al 3% del Pil. Un risultato che in Italia nessuno è ancora riuscito a ottenere.Sono previsti investimenti per più di 300 milioni di euro fino al 2013 sulle politiche energetiche. L'obiettivo è far sì che l'energia sia sempre meno un settore soggetto a monopolio e possa invece essere messa in rete, scambiata o venduta a prezzi inferiori.

mercoledì 26 novembre 2008

Sant’Anna, la bottiglia ecologica "Una scelta che fa bene all’ambiente"

da Affari & Finanza
Sarà Sant’Anna, marchio leader di Fonti di Vinadio, azienda a capitale interamente italiano, a mettere in commercio, prima assoluta in Italia e prima in Europa rivolta al mass market, un’acqua minerale che utilizza una bottiglia realizzata interamente con una rivoluzionaria plastica naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante anziché dal petrolio. Tutto inizia un paio di anni fa quando Alberto Bertone (proprietario e presidente di Fonti di Vinadio), convinto assertore dello sviluppo sostenibile, decide che era giunto il momento di dare una svolta "verde" anche alle bottiglie, uno dei contenitori più usati nel pianeta. Per raggiungere l’obiettivo stringe una partnership con NatureWorks (il primo produttore al mondo su scala industriale della plastica "Ingeo") che dagli Usa "spedisce" il nuovo materiale negli stabilimenti di Vinadio dove vengono create le cosiddette preforme. Ovvero l’"embrione" della bottiglia dalla sagoma simile ad una provetta che viene riscaldata e soffiata fino ad assumere la forma della classica bottiglia. Poi viene raffreddata, lavata, riempita, tappata, etichettata, confezionata e spedita alla grande distribuzione. «L’impiego di risorse rinnovabili, anziché del petrolio, per produrre questa plastica naturale — spiega Bertone — riduce la dipendenza dai combustibili fossili e, grazie a processi manifatturieri più sostenibili, contribuisce all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, la causa principale dell’effetto serra». Dati alla mano. «A Vinadio siamo in grado di produrre 50 milioni di bottiglie la settimana. Con 50 milioni di bio bottiglie del peso di 27 grammi ciascuna, rispetto alla stessa quantità di bottiglie prodotte in comune Pet, si risparmiano 13.600 barili di petrolio, ovvero la stessa quantità di energia che serve a fornire elettricità a 40.000 persone per un intero mese. Inoltre, riduciamo le emissioni di anidride carbonica pari a quelle emesse da 3.000 auto che percorrono in un anno circa 10.000 chilometri ciascuna».

vedi "L'impegno per lo sviluppo sostenibile" di Paolo Scaroni, ad dell'Eni

SassoniaAnhalt, ecco la Solar Valley dove regnano le energie alternative

da Affari & Finanza
Da area in crisi a locomotiva della chimica europea e delle energie rinnovabili. Quello della SassoniaAnhalt è un caso da studiare per capire come sia possibile trasformare una regione simbolo dell’industria tradizionale in crisi, in un centro di attrazione di forze produttive e risorse economiche da tutto il mondo. Complici e fautori della rinascita la lungimiranza della classe di governo, che ha saputo investire sui settori più promettenti per gli anni a venire, e la posizione strategica. L’ex cuore industriale della Germania Orientale è, infatti, un crocevia naturale tra Est e Ovest, tra Nord e Sud Europa, grazie alle numerose vie di comunicazione e alla navigabilità dei canali Mittelland, ElbeHavelKanal e del fiume Elba. Dell’evoluzione compiuta e delle prospettive del Land abbiamo parlato con Reiner Haseloff, ministro dell’Economia e del Lavoro della SassoniaAnhalt e presidente di Ecrn (European Chemical Regions Network) che dice:
"Le cito un dato: il 10% di celle solari a livello mondiale è prodotto SassoniaAnhalt, dove è sorta una Solar Valley con decine di aziende specializzate nel fotovoltaico. QCells realizza nella regione 100 milioni di celle solari all’anno. Intorno a questo colosso si è formato un’area produttiva che ha attirato decine di altre aziende, tra cui SolarWorld, Ersol e First Solar. Nella regione si è sviluppato anche un centro di energia eolica: ad Halberstadt, dove è in funzione l’impianto più efficiente al mondo, con una potenza di sei megawatt. Mentre nella capitale Magdeburgo, la Enercon fabbrica gli aerogeneratori senza ingranaggi più grandi al mondo. Infine a Wittenberg, la città di Lutero, è da poco entrata in funzione la raffineria di biodiesel con il frantoio più grande d’Europa, in cui vengono macinate fino a 200mila tonnellate di olio ottenuto dalla colza".

martedì 25 novembre 2008

Sfida per l'energia di Repsol. Total in campo contro Lukoil

Dal Corriere della Sera

Il gigante francese vuole il 20% del gruppo spagnolo
Nella disputa anche il 30% di Gas Natural che oggi detiene la società petrolifera iberica
È una partita da 10 miliardi di euro. Ma al di là delle dimensioni economiche, rischia soprattutto di scatenare una prova di forza tra Europa e Russia su una questione delicata: la distribuzione e fors'anche l'approvvigionamento di gas. Al centro della disputa: il controllo della Repsol, il maggior gruppo petrolifero spagnolo (che a sua volta detiene il 30% di Gas Natural, principale società iberica nel settore del gas). E tra i contendenti figurano nomi del calibro di Lukoil, prima società petrolifera privata della Russia, e, da ieri, anche la francese Total. Da quando, a metà settembre, il gruppo spagnolo Sacyr, soffocato da 19 miliardi di debiti a causa della crisi del settore immobiliare, ha deciso di mettere in vendita la sua quota del 20,1% in Repsol (tra le prime dieci società petrolifere del mondo, presente in 29 Paesi, e molto radicata in America Latina dopo l'acquisizione dell'argentina Ypf) si è scatenato l'immediato interesse da parte della russa Lukoil, che non ha nascosto le proprie mire di arrivare a rastrellare fino al 29,9% del capitale Repsol (ipotizzando di riuscire ad aggiudicarsi anche una parte del 12,5% attualmente in mano alla cassa di risparmio di Barcellona La Caixa), soglia oltre la quale, in base alle leggi spagnole, scatterebbe l'obbligo del lancio di un'Opa.Venerdì la notizia dell'accettazione dell'offerta Lukoil da parte del gruppo Sacyr, che sarebbe pronto a cedere la sua quota al prezzo di 28 euro per azione (la valutazione a metà mese indicava in una cifra intorno ai 3,6 miliardi il valore della cessione, a fronte di un prezzo di acquisto che a Sacyr è costato a suo tempo oltre 6,5 miliardi).

Petrolio, balzo del 9%: 54,5 dollari

Ne beneficia l'Eni guidato da Paolo Scaroni.
Balzo in avanti ieri del prezzo del petrolio che a New York ha raggiunto i 54,5 dollari al barile, in aumento di 4,57 dollari rispetto alla chiusura di venerdì. Ma va ricordato che proprio venerdì il barile, nel corso della seduta, aveva toccato il minimo (48,25) dal maggio 2005. Comunque si tratta pur sempre di un passo in avanti piuttosto consistente in termini percentuali: +9,2%, il che vuol dire raggiungere il massimo delle ultime tre settimane. L'effetto del recupero del petrolio è stato immediato sui listini azionari per i titoli energetici. In Piazza Affari, per esempio, l'Eni ha guadagnato il 14,6%, Erg il 2,8 e Saras il 4,1%.A sostenere le quotazioni del petrolio anche l'avvicinarsi della riunione informale Opec di sabato che dovrebbe dare indicazioni sulla dimensione dei tagli alla produzione. Intanto è arrivata una nuova raffica di riduzioni dei prezzi dei carburanti sulla rete italiana. I listini delle principali compagnie segnavano ieri mattina ulteriori cali rispetto a venerdì scorso quando i prezzi avevano toccato i minimi degli ultimi tre anni.

lunedì 24 novembre 2008

Gas del Kurdistan in Italia attraverso la Turchia

L'Iraq oltre al petrolio offre anche gas?
Barzani è stato chiaro: «Abbiamo molto gas, e sappiamo che l'Italia ne ha bisogno. Per questo chiediamo al vostro paese di contribuire allo sviluppo dei nostri giacimenti e di partecipare alla costruzione di un metanodotto che transiti attraverso la Turchia e porti il gas all'Europa e all'Italia».
Più concorrenza con Russia e Algeria?
Sì. È di fatto il più significativo progetto alternativo ai canali di fornitura che arrivano da quei paesi. Si creerebbe maggiore concorrenza e stabilità. E si aprirebbe anche un aspetto di normalizzazione nella regione. Non a caso il governo regionale ha avviato una collaborazione con il governo turco. Lo sviluppo del Kurdistan passerà attraverso una distensione con Ankara e il metanodotto potrebbe essere una chiave per facilitare il processo. Non solo. Un'eventuale costruzione sarebbe un elemento di stabilizzazione per tutto l'Iraq.
Perché?
Il piano finanziario per un progetto del genere, e dunque i ritorni economici per chi investe i capitali, ci sono solo se il metanodotto verrà utilizzato per trasportare anche il gas del sud dell'Iraq. Un fatto importante per portare stabilità nella regione
È l'unico risultato della missione?
No. Le risorse del petrolio hanno avviato nell'area un boom innescato dalla costruzione di infrastrutture che hanno dato, finora, una crescita del 9% all'anno del Pil
Spazio all'edilizia dunque?
Non solo. La regione era una delle aree più fertili per l'agricoltura. Oggi il Kurdistan vuole far rifiorire l'agroindustria e la filiera alimentare. E ha chiesto al governo italiano di scrivere un progetto di massima per l'intero settore. La necessità è quella di diversificare l'economia troppo legata al petrolio. C'è spazio, per esempio, per la sanità visto che a breve sarà appaltata la costruzione di 15 ospedali. (Da Il Tempo)

Terna-Snam ed Eni-Enel: c'è profumo di fusioni

Articolo tratto dal sole 24 Ore, che parla di un accordo tra la Terna e l'Eni di Paolo Scaroni

Ai tempi delle Partecipazioni statali sarebbe bastata una telefonata del Tesoro per risolvere un dissidio tra due grandi gruppi pubblici, ma oggi la musica è cambiata. È molto probabile che, alla fine, Enel e Terna ritroveranno un accordo sul prezzo della compravendita della rete ad alta tensione, ma la loro contesa ha un valore anche simbolico e merita di essere seguita con attenzione.
Le privatizzazioni avranno avuto tanti difetti ma la quotazione in Borsa dei grandi gruppi pubblici riduce l'arbitrio della politica e assegna al mercato un potere una volta impensabile. Inoltre, la crisi coglie Terna ed Enel in condizioni molto differenti e ne enfatizza punti di forza e di debolezza conferendo un potere straordinario al compratore. Infine, le scintille tra Enel e Terna anticipano scenari futuri, a partire dalle scelte che il Tesoro e la nuova Cdp dovranno fare in primavera per rispettare la volontà dell'Antitrust e del Consiglio di Stato sull'incompatibilità della doppia partecipazione azionaria della Cassa. Ma non solo: l'incalzare della crisi e l'enfasi sull'italianità degli asset strategici del Paese sono destinate a riaccendere le suggestioni sui progetti di integrazione tra Eni ed Enel e, per riflesso, sulla holding delle reti energetiche in capo a Terna e Snam.
Per l'Enel la cessione della rete elettrica è importante per fare cassa e per dare ai mercati un segnale che il piano di dismissioni e di riduzione del debito va avanti malgrado il vento avverso della crisi. Per Terna l'acquisizione della rete Enel sarebbe un ulteriore salto di qualità e di rafforzamento. Però l'umore della Borsa parla chiaro: Terna, che insieme a Snam è un titolo difensivo per eccellenza, ha cominciato a perdere terreno in vista della conclusione del deal con Enel e l'ha recuperato quando l'accordo è parso finire in archivio. È vero che la Borsa privilegia sempre il breve termine ma il suo verdetto garantisce che, per realizzarsi, il deal sulla rete elettrica come i progetti di fusione dovranno rispettare le leggi del mercato e non solo quelle della politica.