mercoledì 23 novembre 2011

Allungare la vita del forno riducendo i consumi di gas

Una corretta combustione, nei forni e nei bruciatori, permette di raggiungere importanti obiettivi per l'ambiente:
1. ridurre i consumi di gas
2. allungare la vita del forno
3. tenere sotto controllo le emissioni inquinanti.

Per questo motivo, l’analisi della combustione è molto importante ed esiste un apposito strumento per effettuarla correttamente: l'analizzatore di combustione. La misura dei valori di Ossigeno, CO e NOx permette di ottimizzare i parametri di combustione dei bruciatori.
Si può vedere una demo interattiva sull'utilizzo dell'analizzatore di combustione su testonews.it >>

lunedì 10 ottobre 2011

Architettura green: la Bligh Office Tower, il grattacielo eco-sostenibile

Sydney esibisce finalmente il suo vanto architettonico, la Bligh Office Tower, un grattacielo ecosostenibile al 100% progettato dallo studio tedesco “Ingenhoven Architects”, vincitori del concorso indetto da Dexus Property nel 2006.
La torre eco-friendly, che è stata inaugurata dal primo ministro Julia Gillard a settembre, si compone di 28 piani e si trova al centro del quartiere di affari della metropoli. Il grattacielo ecosostenibile ha ricevuto riconoscimenti ufficiali che attestano l’impegno verso un’edilizia sostenibile attraverso il Green Star Standard, rilasciato dal Green Building Council che premia gli edifici a basso impatto ambientale. Tra le caratteristiche vincenti del grattacielo vi sono la spettacolare illuminazione diurna e la ventilazione naturale, ottenute anche con la predisposizione di un atrio alto quanto l’intero grattacielo. Tra le caratteristiche che hanno permesso la certificazione c’è anche il sistema di filtraggio delle acque presenti nel seminterrato, che permette di recuperare le acque di scarico e di renderle nuovamente utilizzabili. Ulteriore motivo di riconoscimento è la facciata a doppia pelle ventilata, indispensabile per ridurre al minimo gli sprechi di energia. L’edificio vanta anche un asilo nido per ospitare i bambini dei dipendenti, due caffetterie ed un parcheggio sotterraneo per le auto. Il basso impatto ambientale è supportato anche dalla predisposizione di 300 parcheggi dedicati esclusivamente alle bici.

lunedì 12 settembre 2011

Edera fotovoltaica

Che i pannelli fotovoltaici fossero utili, nessun dubbio. Ma sulla loro possibile irruzione nei territori del design in veste di protagonisti, beh, qualche dubbio in più se li erano fatti venire. Come spesso accade per le invenzioni, una volta appurata la solidità dei meccanismi tecnologici la palla passa ai profeti del bello, investiti del compito di rendere piacevole ciò che già funziona.

È così che il principio di catturare l'energia del sole si è unito all'idea di bellezza, ed è nata Solar Ivy, un sistema modulare di mini pannelli solari simili a foglie d'edera, capaci di rivestire in un modo davvero insolito le facciate di case ed edifici. Ma c'è di più. L'edera solare è in grado di generare energia sfruttando non solo i raggi del sole, ma anche il movimento naturale del vento sulle foglie.

Il sistema è personalizzabile secondo le proprie esigenze e, oltre a scegliere fra tre tipi di pannello fotovoltaico, è possibile decidere forma, densità e colore delle foglie, quest'ultimo teoricamente infinito. Una volta definite le caratteristiche estetiche e funzionali, Solar Ivy si assembla come una rete; può assumere forme rigide o curve e si monta con molta facilità. In media, cinquecento foglie di edera solare generano circa 250 watt di energia.

Dalla SMIT, la società di Brooklyn che commercializza Solar Ivy, ci tengono a precisare che materiali e componenti di Solar Ivy sono riciclati e riciclabili. Per ora, il primo edificio americano che sarà rivestito della straordinaria edera solare sarà, come è prevedibile, un campus, l'Università dello Utah di Salt Lake City.

(da Viridea.it)

venerdì 19 agosto 2011

Dinosauri e mammut. Controllo della temperatura possibile grazie all'analisi dei fossili

Oggi è possibile il controllo della temperatura di mammut e dinosauri dall’analisi dei fossili.
Alcuni ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena sono infatti riusciti ad evincere la temperatura corporea dei grandi vertebrati estinti grazie al sistema, chiamato “degli isotopi aggregati” (clumped-isotope) e spiegato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), che si basa sull'analisi della concentrazione di due isotopi rari - carbonio 13 e ossigeno 18 - che si trovano nella bioapatite, il minerale di cui sono formati denti, ossa e gusci d'uovo.
Questi isotopi pesanti tendono ad aggregarsi tra loro a temperature basse, mentre a temperature maggiori hanno una distribuzione più casuale. Partendo da questa constatazione, il gruppo guidato da John Eiler, docente di geologia al Caltech, ha definito la relazione tra concentrazione e aggregazione degli isotopi e temperatura corporea, rendendo possibile un sistema di conversione. Il margine d'errore, secondo i ricercatori, è al massimo di due gradi centigradi.
La prima fase della ricerca si è svolta su mammiferi e rettili viventi, così da confrontare i risultati ottenuti attraverso la nuova tecnica con le temperature corporee misurate tramite gli strumenti tradizionali. Una volta verificata la rispondenza, i ricercatori sono passati ad analizzare reperti di animali estinti, come un dente di mammut, i fossili di un antenato del rinoceronte risalente a 12 milioni di anni fa e quelli di un animale a sangue freddo della famiglia degli alligatori.
Ora gli studiosi del Caltech hanno cominciato ad applicare il metodo a uova e denti di dinosauro, per determinare una volta per tutte se questi animali erano a sangue freddo o a sangue caldo.
Questo nuovo tipo di misurazione geochimica ha il vantaggio di rilevare un’informazione indipendente dall’ambiente in cui questi minerali si sono formati, se non per la temperatura. Ma attenzione: il dato indica non la temperatura media del corpo dell’animale, ma quella della testa nel solo istante in cui gli isotopi si sono depositati.
(da www.testonews.it: "Controllo della temperatura per i dinosauri")

sabato 30 luglio 2011

Gas. Paolo Scaroni: nessuna fretta sulla cessione di Snam Rete Gas

Paolo Scaroni, l'ad di Eni, nel corso di una conference call sui conti del primo semestre, ha ribadito che  l'Eni non ha nessuna frettasull'eventuale cessione di Snam Rete Gas.
Tuttavia, ha aggiunto, ''stiamo lavorando su questo progetto e ci aspettiamo di arrivare nei prossimi mesi con qualche idea''. Scaroni ha comunque ricordato che la normativa italiana consente ad Eni di mantenere la controllata che, oltretutto, ''performa bene''.
("Paolo Scaroni: nessuna fretta su Snam", dal blog di Fabio Barnetta)

domenica 17 luglio 2011

Incontro tra Paolo Scaroni e Rafael Ramírez

Paolo Scaroni, l'ad di Eni, e Rafael Ramírez, il ministro dell'energia del Venezuela e presidente di PDVSA (Petróleos de Venezuela S.A.), si sono incontrati a Caracas per discutere i progetti comuni tra PDVSA e Eni in Venezuela.
In particolare, si è discusso dello sviluppo del blocco a olio pesante Junín 5, ubicato nella Faja dell'Orinoco, che contiene 35 miliardi di barili di olio in posto certificato ed è operato da due imprese miste (PetroJun í n per la parte upstream e PetroBicentenario per la parte downstream) partecipate al 60% da PDVSA e al 40% da Eni.
Il piano di sviluppo prevede una fase di produzione anticipata con 75.000 barili di olio al giorno a partire da fine 2013, e una fase full field con una produzione di 240.000 barili di olio al giorno dal 2018, insieme alla costruzione di una nuova raffineria sulla costa, a Jose.
Nel meeting di ieri PDVSA ed Eni hanno anche esaminato alcune opzioni per anticipare l'inizio della fase di produzione anticipata al 2012, utilizzando sinergie con installazioni esistenti di PDVSA per trasportare una produzione iniziale lorda compresa tra 7.000 e 10.000 barili di petrolio al giorno. PetroJun í n intende assegnare nel 3 trimestre 2011 i principali contratti di ingegneria per la fase di produzione anticipata (impianto di trattamento e oleodotti) e i contratti per la perforazione. Nel 2011 si prevede di perforare circa 10 pozzi, e di assegnare entro la fine dell'anno il contratto di ingegneria per la parte downstream (raffineria).

(fonte: Paolo Scaroni sul blog di Fabio Barnetta)

venerdì 10 giugno 2011

Eni Award 2011: oggi a Torino i vincitori del premio della società di Paolo Scaroni

Si conclude oggi a Torino al Castello del Valentino (Politecnico – Viale Mattioli, 39) alle ore 11 il ciclo di incontri organizzati in occasione degli Eni Award, il premio istituito dalla società guidata da Paolo Scaroni per sviluppare idee innovative per un migliore utilizzo delle fonti energetiche, per promuovere la ricerca sull'ambiente e per valorizzare le nuove generazioni di ricercatori.

Dopo le lectio magistralis tenute dai vincitori delle varie sezioni del premio a Roma, Catania e Urbino, Gabor A. Somorjai e Martin Landrø, premio ex aequo Nuove frontiere degli idrocarburi, insieme a Gregory Stephanopoulos, premio Energie rinnovabili e non convenzionali, Jean-Marie Tarascon, premio Protezione dell'ambiente, e i due vincitori del premi Debutto nella ricerca, Simone Gamba e Fabrizio Frontalini, partecipano a un talk show per raccontare le loro ricerche.

All'evento, moderato da Gabriele Beccaria, responsabile di Tuttoscienze, La Stampa, partecipano anche Ezio Pelizzetti, rettore dell'Università degli studi di Torino e Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino. L'incontro è l'occasione per presentare alla platea, composta anche da studenti delle scuole primarie e del mondo universitario, le ricerche che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento.

I premiati stimolati dalle domande, sono chiamati a raccontare le loro ricerche e la loro applicazione nella vita quotidiana, per contribuire significativamente a migliorare le modalità di consumo dell'energia.

Somorjai spiega la sua ricerca sulla messa a punto di nuovi catalizzatori utilizzati nei processi di cracking petrolifero, tecnologia chiave per garantire la resa e la qualità dei carburanti, mentre Landrø racconta in cosa consiste lo sviluppo e l'applicazione dell'analisi sismica 4D, che consente di determinare le modifiche cui sono soggetti nel tempo i giacimenti di petrolio e gas e di gestirne lo sviluppo produttivo in modo da incrementare significativamente il fattore di recupero degli idrocarburi.

Gregory Stephanopoulos parla della sua ricerca orientata alla produzione di biocarburanti di seconda generazione, non in competizione con il settore alimentare e Jean Marie Tarascon commenta le sue ricerche volte a sviluppare batterie ad alte prestazioni e di costo contenuto per la diffusione di veicoli elettrici nel settore della mobilità.

Gli "under 30" Simone Gamba e Fabrizio Frontalini, che parlano dei loro studi sull'interpretazione e modellazione del processo di hydrocracking degli idrocarburi e sulla ricerca della specie marina benthic foraminifera, come bio-indicatore di tracce contaminanti in ambiente marino.
L'evento può essere seguito anche in live streaming sulla pagina http://eni.iwebcasting.it/eniaward2011

(http://cambiamenti-climatici.blogspot.com/2011/06/i-vincitori-delleni-award-2011-torino.html)

venerdì 3 giugno 2011

Eni Award 2011: Lectio magistralis per i vincitori

Il 9 giugno si terrà la Lectio Magistralis dei vincitori dell'edizione 2011 dell'Eni Award, il premio istituito dalla società guidata da Paolo Scaroni per sviluppare idee innovative per un migliore utilizzo delle fonti energetiche, per promuovere la ricerca sull'ambiente e per valorizzare le nuove generazioni di ricercatori.

Alle 10.30 a Roma, al Centro Congressi Eni (piazzale Mattei, 1 – ingresso da viale dell'Arte – Roma) danno inizio alla staffetta virtuale di incontri i due premiati ex aequo per le "Nuove frontiere degli idrocarburi" Gabor A. Somorjai e Martin Landrø e il premio debutto nella ricerca Simone Gamba. Somorjai e Landrø terranno la loro lectio magistralis rispettivamente sulla catalisi selettiva per la conversione di idrocarburi attraverso monoparticelle metalliche monodisperse e sui metodi geofisici quadridimensionali per tecniche di recupero assistito di idrocarburi e monitoraggio di stoccaggio geologico di CO2. Per Simone Gamba il tema è la modellazione cinetica e aspetti termodinamici del processo di Hydrocracking degli idrocarburi.

Alle 11.30 a Catania presso l'Aula Magna dell'Università degli studi (Piazza Università, 2) Il premio protezione dell'ambiente Jean-Marie Tarascon tiene la sua lectio magistralis sui nuovi elettrodi ottenuti attraverso processi eco-efficienti per lo sviluppo di batterie Li-ion più "verdi" e sostenibili, in grado di accrescere l'utilizzo di energie rinnovabili e incentivare lo sviluppo della mobilità elettrica.

A chiudere il ciclo di lectio magistralis sono Gregory Stephanopoulos, premio energie rinnovabili e non convenzionali, e Fabrizio Frontalini, premio debutto nella ricerca. Alle 12, a Urbino presso l'aula magna Campus Scientifico (Ex Sogesta), Università degli Studi (località Crocicchia – via Ca Le Suore 2/4 – Urbino) Stephanopoulos racconta la sua ricerca basata dell'ingegnerizzazione di microrganismi per la produzione di biocombustibile da risorse rinnovabili, mentre Frontalini esporrà le sua ricerca sulla specie marina benthic foraminifera come bio-indicatore di tracce contaminanti in ambiente marino.

mercoledì 26 gennaio 2011

Paolo Scaroni firma accordo con Petrochina: rafforzamento per gli idrocarburi non convenzionali

Paolo Scaroni, l'amministratore delegato di Eni, ha firmato venerdì a Pechino un memorandum of understanding con Jiang Jiemin, presidente di Cnpc-Petrochina, la più grande oil company quotata al mondo, per nuove opportunità di business in Africa e Nord America.
L'operazione ha incontrato i favori del mercato (leggi articolo sui mercati di Sauro Dozzini) con il titolo che ha chiuso in guadagno dell'1,97% a 17,64 euro.

L'intesa tra Paolo Scaroni e Jiang Jiemin prevede il rafforzamento reciproco per avviare operazioni nel ramo degli idrocarburi convenzionali e non in Africa, mentre Eni metterà a disposizione le proprie competenze nel gas shale maturate in Nord America.

Lo shale gas è un gas naturale ricavato da particolari rocce sedimentarie, per lo più argilla, che si sono formate in centinaia di milioni di anni e si può estrarlo fratturandole. Il più grande potenziale giacimento del mondo è negli Stati Uniti, tra lo stato di New York e la Virginia, segue appunto la Cina che sta iniziando adesso le prime esplorazioni.

La collaborazione tra Eni e Petrochina riguarderà anche il settore delle tecnologie avanzate e lo sfruttamento delle risorse di olio e gas non convenzionali.

Un importante passo avanti per la società di Paolo Scaroni in Medio Oriente (dove è attivo fin dal 1984), in un'area geografica in continua espansione (anche nel 2010 la Cina è cresciuta del 10,5%, attraendo investimenti diretti dall'estero per 105 miliardi di dollari, un primato mondiale).

Nel Mar cinese meridionale, la società, attraverso Eni-China, è co-operatore assieme a Cnooc e Chevron del consorzio Cact, che assicura all'azienda un approviggionamento quotidiano di 12 mila barili di olio equivalente. Soglia che potrebbe aumentare grazie all'avvio di nuovi giacimenti nell'anno in corso.

(da Agoravox: "L'Eni si rafforza in Cina")