giovedì 31 maggio 2012

Paolo Scaroni: "Caro-benzina? Colpa dello stile di vita"

Paolo Scaroni, l'amministratore delegato di eni, in occasione della sua partecipazione al Day Rotary Patavini, invitato dal dipartimento di Scienze economiche di Padova per affrontare il tema "Energia e politiche dello sviluppo", lancia una provocazione: "Ci lamentiamo per l'eccessivo costo della benzina? Per chi sta dalla parte dei Produttori costa, invece, fin troppo poco. E se il prezzo è considerato elevato, la colpa va attribuita al nostro stile di vita. Non siamo disposti, infatti, a rinunciare a nulla: ciò significa che il petrolio non ha raggiunto ancora un costo tale da essere ritenuto insostenibile e da provocare, quindi, un mutamento del nostro modo di vivere".
In un’epoca di consumi elevati come quella in cui stiamo vivendo, se il prezzo della benzina è così alto, dipende anche dal fatto che noi non riusciamo a farne a meno: consumiamo comunque così tanto che la benzina era e resta necessaria, quindi preziosa e costosa.

Paolo Scaroni - nell’affrontare il tema del caro-benzina - ha aggiunto che la crisi dell’Iran pesa ai 15 ai 20 dollari al barile: “È vero che sul prezzo del greggio influiscono speculazione e rischi internazionali, ma è altrettanto vero che l'Occidente non fa nulla per ridurre i consumi. In 20 anni il costo del petrolio è cresciuto di dieci volte, eppure i consumi non sono calati”.

Paolo Scaroni continua con una stoccata agli americani: “Se solo gli Stati Uniti sostituissero il loro parco auto - che in media divora un litro di carburante per ogni sette chilometri di strada - con vetture meno assetate, risparmierebbero ogni anno qualcosa come l'intera produzione di greggio dell'Iran. Ancora: se gli americani vivessero con temperature normali in casa, come in Europa, e se tutti usassimo auto a minor consumo, si arriverebbe a un 20% in meno di consumi nel mondo".

E il nostro Paese? “Abbiamo 26.000 pompe contro le 9.000 del Regno Unito. Se in Italia - dice Paolo Scaroni - accettassimo di avere meno stazioni di carburante in giro, otterremmo altri risparmi”.

Paolo Scaroni conclude fornendo altri dati: “Il consumo pro capite negli USA è di 25 barili all'anno, in Europa di 12. La Cina, accusata dall'Occidente di essere la causa di tutti i mali, ha un consumo di due barili a testa. In totale, utilizza l'8% del petrolio mondiale, contro il 18% dell'Europa e il 25% degli Usa”. Paolo Scaroni insiste: "Se abbiamo una visione comune per cui i consumi di petrolio sono incomprimibili, significa che i prezzi sono bassi".

giovedì 24 maggio 2012

Salvare l’ambiente grazie alla cucina


Durante l’Earth Day 2012, Enpa e Wwf hanno invitato ad abbracciare la dieta vegana e vegetariana perché il consumo di carne è responsabile di sfruttamento e deforestazione. Il presupposto alla base dell’iniziativa è la constatazione di come il cambiamento climatico non sia più una problematica rimandabile, dati gli altissimi costi di inquinamento che allevamento e industria intensiva comportano, soprattutto in termini di emissioni di CO2. Senza ricorrere a scelte drastiche si può comunque fare molto in materia di salvaguardia dell’ambiente grazie ad una maggiore consapevolezza riguardo i loro acquisti alimentari, magari preferendo prodotti a chilometro zero o evitando quelle società che notoriamente si rendono responsabili di danni naturali di grande portata. Inoltre questo ha come conseguenza un grande risparmio che in tempo di crisi è sempre apprezzato.  Dieci sono le regole stilate dal WWF in fatto di spesa, cucina e cibo:

·        Acquistare prodotti locali: oltre a regalarsi il piacere di pietanze sempre fresche e di provenienza certificata, si aiuta l’economia della filiera corta italiana e si abbattono i costi di CO2.

·        Mangiare cibi di stagione: in questo modo si abbatte l’inquinamento da trasporto, si contengono le coltivazioni in zone esotiche del mondo responsabili del disboscamento di intere foreste e non ci si rende responsabili dello sfruttamento delle risorse e delle popolazioni dei paesi poveri del globo.

·        Diminuire il consumo di carne: l’allevamento è purtroppo uno dei maggiori responsabili di emissioni di gas serra e del disboscamento. Intere foreste vengono distrutte per fare spazio ad allevamenti intensivi di suini e bovini. La gestione di mangimi e letam, inoltre, si configura come un killer dell’atmosfera, con tassi elevatissimi di produzione di CO2.

·        Scegliere il giusto pesce: prediligere il pesce pescato anziché quello di coltura, seguire la stagionalità delle specie, informarsi sulle taglie previste per legge, consumare pesce locale .

·        Privilegiare prodotti biologici: l’agricoltura biologica, oltre a fornire frutta e verdura sana e saporita, riduce l’impatto ambientale aumentando la capacità di assorbimento del suolo.

·        Ridurre gli sprechi: gran parte dell’inquinamento alimentare deriva da prodotti che finiscono in discarica perché non consumati.

·        Evitare prodotti con troppi imballaggi: dei 540 kg di rifiuti prodotti da un singolo italiano all’anno, il 40% è costituito da packaging.

·        Evitare cibi troppo elaborati: i cibi pronti come i prodotti da freezer o gli snack pesano moltissimo sul tasso di CO2 rilasciato in atmosfera.

·        Bere l’acqua di rubinetto: il business dell’acqua in bottiglia, con tutti i problemi connessi con lo smaltimento dei contenitori in plastica, è davvero dannoso per l’ambiente.

·        Niente sprechi sui fornelli: cucinando si consuma gas ed energia elettrica. Basta qualche piccolo accorgimento, come unire più teglie o cucinare pietanze diverse in un’unica pentola, per abbattere i consumi.

giovedì 17 maggio 2012

Case prefabbricate in legno: un elogio alla resistenza

Costruzioni prefabbricate e condizioni climatiche estreme non possono convivere? Sbagliato! Basta guardare la casa costruita dalla FlatPak Studio, chiamata Week’nder, nel Wisconsin. A renderla resistente al vento, che in quelle zone raggiunge le 160 miglia orarie, e al freddo pungente, è la combinazione tra legno e vetro termico, i quali rendono queste case resistenti e confortevoli sia nella stagione calda che durante il grande freddo. Altro grande vantaggio è la possibilità di costruirle anche in aree sismiche.
I prefabbricati sono personalizzabili e componibili secondo il gusto e le esigenze di spazio del proprietario. Possono infatti raggiungere fino a quattro piani in altezza. Il rivestimento interno è resistente alle termiti, mentre i locali beneficiano di ventilazione e luce naturale, nonché una pavimentazione ben riscaldata. Infine, il tetto in vetro può sopportare grandi carichi di neve.
Il primo prototipo, costruito e collaudato in Wisconsin, è stato trasportato sul Lago Superiore e ora si trova sulla Madeline Isle, una delle isole dell’arcipelago del lago, dove vive l’attuale proprietario.

giovedì 10 maggio 2012

Tegole fotovoltaiche: il tetto che produce energia

Dopo i pannelli da installare sul tetto o in giardino, arrivano le tegole fotovoltaiche: si integrano perfettamente alla struttura dell’edificio, sono efficienti ed esteticamente belle.

Il problema estetico ha spesso ostacolato la diffusione dell’energia solare in Italia, paese ricco di borghi antichi e centri storici dove l’installazione dei pannelli solari è non solo antiestetica, ma anche vietata dalla legge. La tegola solare permette di risolvere il problema. E’ già presente sul mercato da circa un anno ed è studiato per diversificarsi in modo da ottenere una perfetta integrazione col paesaggio.
Le tegole solari sono di fatto dei piccoli pannelli applicati sulla parte piatta della tegola o tra una tegola e l’altra. Un grande vantaggio è che il tetto va solo parzialmente modificato e non totalmente rifatto.

Esistono anche coppi solari, ideali per le zone sottoposte a rigide normative paesaggistiche.

L’offerta di tegole e coppi solari cresce a vista d’occhio e i produttori sono già un buon numero, a tutto vantaggio dell’occupazione e di una auspicabile ripresa economica.