da Affari & Finanza
Sarà Sant’Anna, marchio leader di Fonti di Vinadio, azienda a capitale interamente italiano, a mettere in commercio, prima assoluta in Italia e prima in Europa rivolta al mass market, un’acqua minerale che utilizza una bottiglia realizzata interamente con una rivoluzionaria plastica naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante anziché dal petrolio. Tutto inizia un paio di anni fa quando Alberto Bertone (proprietario e presidente di Fonti di Vinadio), convinto assertore dello sviluppo sostenibile, decide che era giunto il momento di dare una svolta "verde" anche alle bottiglie, uno dei contenitori più usati nel pianeta. Per raggiungere l’obiettivo stringe una partnership con NatureWorks (il primo produttore al mondo su scala industriale della plastica "Ingeo") che dagli Usa "spedisce" il nuovo materiale negli stabilimenti di Vinadio dove vengono create le cosiddette preforme. Ovvero l’"embrione" della bottiglia dalla sagoma simile ad una provetta che viene riscaldata e soffiata fino ad assumere la forma della classica bottiglia. Poi viene raffreddata, lavata, riempita, tappata, etichettata, confezionata e spedita alla grande distribuzione. «L’impiego di risorse rinnovabili, anziché del petrolio, per produrre questa plastica naturale — spiega Bertone — riduce la dipendenza dai combustibili fossili e, grazie a processi manifatturieri più sostenibili, contribuisce all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, la causa principale dell’effetto serra». Dati alla mano. «A Vinadio siamo in grado di produrre 50 milioni di bottiglie la settimana. Con 50 milioni di bio bottiglie del peso di 27 grammi ciascuna, rispetto alla stessa quantità di bottiglie prodotte in comune Pet, si risparmiano 13.600 barili di petrolio, ovvero la stessa quantità di energia che serve a fornire elettricità a 40.000 persone per un intero mese. Inoltre, riduciamo le emissioni di anidride carbonica pari a quelle emesse da 3.000 auto che percorrono in un anno circa 10.000 chilometri ciascuna».
vedi "L'impegno per lo sviluppo sostenibile" di Paolo Scaroni, ad dell'Eni
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