Articolo tratto dal sole 24 Ore, che parla di un accordo tra la Terna e l'Eni di Paolo Scaroni
Ai tempi delle Partecipazioni statali sarebbe bastata una telefonata del Tesoro per risolvere un dissidio tra due grandi gruppi pubblici, ma oggi la musica è cambiata. È molto probabile che, alla fine, Enel e Terna ritroveranno un accordo sul prezzo della compravendita della rete ad alta tensione, ma la loro contesa ha un valore anche simbolico e merita di essere seguita con attenzione.
Le privatizzazioni avranno avuto tanti difetti ma la quotazione in Borsa dei grandi gruppi pubblici riduce l'arbitrio della politica e assegna al mercato un potere una volta impensabile. Inoltre, la crisi coglie Terna ed Enel in condizioni molto differenti e ne enfatizza punti di forza e di debolezza conferendo un potere straordinario al compratore. Infine, le scintille tra Enel e Terna anticipano scenari futuri, a partire dalle scelte che il Tesoro e la nuova Cdp dovranno fare in primavera per rispettare la volontà dell'Antitrust e del Consiglio di Stato sull'incompatibilità della doppia partecipazione azionaria della Cassa. Ma non solo: l'incalzare della crisi e l'enfasi sull'italianità degli asset strategici del Paese sono destinate a riaccendere le suggestioni sui progetti di integrazione tra Eni ed Enel e, per riflesso, sulla holding delle reti energetiche in capo a Terna e Snam.
Per l'Enel la cessione della rete elettrica è importante per fare cassa e per dare ai mercati un segnale che il piano di dismissioni e di riduzione del debito va avanti malgrado il vento avverso della crisi. Per Terna l'acquisizione della rete Enel sarebbe un ulteriore salto di qualità e di rafforzamento. Però l'umore della Borsa parla chiaro: Terna, che insieme a Snam è un titolo difensivo per eccellenza, ha cominciato a perdere terreno in vista della conclusione del deal con Enel e l'ha recuperato quando l'accordo è parso finire in archivio. È vero che la Borsa privilegia sempre il breve termine ma il suo verdetto garantisce che, per realizzarsi, il deal sulla rete elettrica come i progetti di fusione dovranno rispettare le leggi del mercato e non solo quelle della politica.
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