Oggi potrebbe essere il giorno decisivo per l'Eni sul giacimento gigante di Kashagan, in Kazakhstan. Ieri sera l'amministratore delegato
Paolo Scaroni – dopo avere incontrato a Roma il presidente della moscovita Gazprom, Aleksei Borisovic Miller,insieme con l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti – è partito per il Kazakhstan.Scaroni potrebbe firmare già oggi ad Astana l'intesa tra il consorzio Agip Kco, guidato dall'Eni, e il Governo kazaco. Il nuovo accordo, dopo quello siglato in gennaio, dovrebbe raddoppiare la partecipazione della compagnia statale kazaca KazMunaiGaz nel giacimento di Kashagan fino al 16,8%, alla pari di Eni, ExxonMobil, Shell e Total, mentre la ConocoPhilips dovrebbe scendere dal 9,3 all'8,33% del consorzio Agip Kco. Inoltre l'Eni,appena partirà l'estrazione, cederà alla Shell e alla KazMunaiGaz il ruolo di capogruppo. Il primo greggio di Kashagan sarà estratto probabilmente verso la fine del 2012 o i primi del 2013, con 150mila barili al giorno.Qualche giorno fa il ministro kazaco dell'Energia, Sauat Mynbaev, si aspettava la firma dell'accordo per oggi: «Abbiamo coordinato tutte le questioni», aveva detto. «Ci sono quattro grandi progetti, sono tutti stati perfezionati e impostati». Mynbaev ha confermato che l'Eni resterà l'operatore principale di Kashagan solamente fino all'inizio della produzione, il cosiddetto "first-oil".Ieri Scaroni e Conti hanno parlato a lungo con Miller sugli sviluppi dell'accordo a tre sui giacimenti siberiani dell'Arktik Gaz e Urengoil.Sono state firmate le intese che impegnano la Gazprom a entrare nel capitale della SeverEnergia. L'incontro «è andato molto bene» ha detto Scaroni, ma «non si è parlato né di Libia né di Elephant», il gigantesco giacimento scoperto nel deserto libico che è oggetto di negoziato con la Gazprom. «Con la Libia serve anche un accordo politico – ha aggiunto. – Senza un rapporto fluido, di amicizia e collaborazione tra Italia e Libia, che non può che arrivare dalla politica, quello che noi facciamo, e i 28 miliardi di dollari che abbiamo messo sul tavolo come investimenti previsti, non basterebbero a realizzare quello che abbiamo in mente». L'Eni ha accordi per il petrolio ma vanno ricordate anche le recenti intese nel gas, con investimenti previsti e accordi che hanno portato al 2042 la presenza dell'Eni in Libia per il petrolio e al 2047 nel gas.Rimanendo al tema della Libia, ieri la Foster Wheeler Italiana ha acquisito dalla Tamoil un contratto per costruire una raffineria a Zuara, in Tripolitania: gli impianti lavoreranno il greggio estratto dai giacimenti nel deserto. Il completamento è previsto per il 2014. La raffineria prevede un investimento di circa 4 miliardi di dollari. «Siamo molto soddisfatti per l'acquisizione di questo prestigioso progetto», commenta l'amministratore delegato della Foster Wheeler Italiana, Marco Moresco.