A dimostrazione che stanno crescendo i timori di una recessione globale, ieri il prezzo del petrolio è sceso sotto i 75 dollari al barile per la prima volta dal settembre dell'anno scorso, per chiudere a New York a 74,60, in calo di 4,03 dollari. Il greggio è ormai sceso del 48% rispetto al record assoluto di 147,27 dollari, toccato l'11 luglio scorso. Come ha sottolineato Bespoke Investment Group, si tratta di «un ribasso più forte di quello dei mercati azionari, ma nessuno si lamenta dei cattivi venditori allo scoperto e nemmeno implora drastici tagli alla produzione per fermare la caduta dei prezzi». Nei giorni scorsi, Goldman Sachs ha previsto che nelle prossime settimane il barile potrebbe scendere addirittura fino a 50 dollari. Mentre ieri l'Opec, che controlla circa il 40% della produzione mondiale, ha tagliato le stime sulla domanda globale per il 2008 di 330 mila barili al giorno e per il 2009 di 100 mila a causa degli effetti della crisi finanziaria sulla crescita economica mondiale. Il cartello ha pertanto stimato per l'anno in corso una crescita della domanda di 550 mila barili al giorno a 86,5 milioni, mentre per l'anno prossimo la domanda è stata rivista al ribasso a 87,2 milioni di barili al giorno
(Da Mf)