Sui mercati del petrolio prosegue l'altalena dei prezzi, che seguono più o meno le fibrillazioni delle Borse valori, in attesa di una soluzione alla crisi della finanza. Ieri, apertura vicina ai 100 $/bbl per il Brent, nel pomeriggio sceso sui 95,50 $, con il Wti 3 dollari più in alto.Aumentano le scorte commerciali Usa, secondo i dati pubblicati ieri dal dipartimento dell'Energia: greggio +4,3 milioni di barili, benzine +0,9 mentre scendono di 2,3 milioni i distillati medi. Le raffinerie sono tornate a lavorare (dal 65 sono passate al 73% della capacità) ma pur sempre abbondantemente sotto la media stagionale.Molto sotto la media si confermano i consumi americani di combustibili, scesi mediamente del 7,3% dallo scorso anno, con un calo della benzina del 5,9% e dei distillati dell'8,8%. I numeri si spiegano meglio con l'esempio che tale diminuzione di consumi Usa corrisponde a 1,3 milioni di barili/giorno,che è all'incirca la produzione della Libia.Ma visto l'impatto delle Borse a termine sui prezzi del greggio, fa ancora più effetto la diminuzione dei volumi su Nymex e Ice da inizio luglio a questa parte. Il Nymex trattava 1milione e 300mila contratti al giorno e ora solo 440mila; l'Ice di Londra aveva toccato i 600mila contratti/giorno e ora se ne scambiano 180mila.
(Dal Sole 24 Ore)