Dal Sole 24 Ore
Tagliare! Con il barile ancora sotto i 70 dollari sembrano tutti, o quasi, d'accordo. Il 150Ú vertice dell'Opec dovrebbe concludersi con una riduzione della produzione petrolifera. Una decisione del genere era nell'aria da tempo,eppure nonè la cronaca di un vertice annunciato. Perché l'entità della riduzione sarà decisiva.Il partito dei falchi, guidato da Iran, Venezuela e Libia, non è mai stato così determinato. L'Iran preme per una vigorosa riduzione, anche 2-2,5 milioni di barili al giorno (mbg), altri Paesi membri preferiscono un milione, ma c'è anche chi prospetta una manovra morbida, eventualmente da correggere in due round.Dunque, tagliare sì, ma di quanto? Se di poco, l'impatto potrebbe essere insignificante. Anzi, i prezzi, che hanno già perduto il 50% dal picco toccato l'11 luglio (147 dollari), potrebbero scivolare ancora. Se di tanto, il barile potrebbe impennarsi, ma al contempo la crisi finanziaria mondiale potrebbe peggiorare e la domanda di greggio erodersi ancora. Una politica dunque poco lungimirante nel medio-lungo termine, anche per l'Opec.Se prima l'ipotesi di un normale taglio aveva lasciato indifferenti i mercati, la proposta iraniana un effetto lo ha avuto: a New York i futures sul greggio Wti hanno guadagnato 1,09 dollari, chiudendo a 67,84. A Londra il Brent è salito a 66,16. Un taglio di «due milioni stabilizzerà il mercato», ha detto il ministro del petrolio iraniano, Gholam Nozari. Difficile però che, con lo spettro della recessione dietro l'angolo, prevalgano i falchi. Il dilemma su quanto stringere i rubinetti lo si vede nei volti corrucciati dei ministri, accorsi per un vertice di emergenza in una Vienna stretta nella morsa del freddo. La posizione interlocutoria l'ha assunta il presidente dell'Opec, l'algerino Chakib Khelil: «Taglieremo la produzione, non so di quanto. Questo lo decideremo domani (oggi, ndr), ma ci preoccupa ha spiegato Khelil - il fatto che possiamo peggiorare la crisi finanziaria con un taglio troppo consistente. La decisione non avrà un impatto negativo sull'economia mondiale, già in cattivo stato». Criptico Ali alNaimi, il ministro dell'Arabia Saudita, peso massimo dell'Opec. «E chi ha parlato di taglio? I prezzi saranno determinati dal mercato». Mercato che tuttavia versa in uno stato di surplus d'offerta. Il Qatar considera la riduzione di un milione la via più percorribile.
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