da La Repubblica
La crisi economica globale sommata alla minaccia del cambiamento climatico sta producendo un sorprendente boom per un oggetto a basso costo e a bassissima tecnologia che sembrava destinato a scomparire: la vecchia boule, la borsa di plastica dell´acqua calda, solitamente di colore arancione o rossiccio, da tenere stretta al corpo per riscaldarsi, avvolta in un asciugamano o in una coperta per non bruciarsi quando scotta. Un rimedio vecchio stile, utilizzato in passato sia per combattere il freddo in case poco riscaldate, sia per provare un po´ di sollievo dopo un´indigestione o un malessere di qualsiasi tipo. Ma adesso la borsa dell´acqua calda vive un inaspettato revival. A Tokyo e un po´ in tutto il Giappone, informa il Times, va a ruba: è l´unico articolo che ha aumentato a dismisura le vendite, nonostante la recessione che ha colpito anche il paese del Sol Levante. Il motivo, secondo gli esperti, è che permette di risparmiare sulle spese del riscaldamento e in tal modo riduce anche i danni per l´ambiente: una boule di acqua calda, usata al posto dell´energia necessaria per scaldare una casa di notte, equivale a una riduzione di 30 chilogrammi di emissioni di ossido di carbonio l´anno. In più, come osserva il quotidiano londinese, è un antidoto ideale contro la depressione.A Hokkaido, la regione più fredda del Giappone, le vendite della borsa dell´acqua calda sono aumentate del 260 per cento rispetto a un anno fa. A Tokyo se ne vendono in tutte le versioni, dalla più cara a 120 euro alla più economica a sei. Una ditta giapponese ne ha lanciata perfino una da indossare come un paio di scarpe, sopra i calzini, per riscaldare i piedi. Pare che il fenomeno non riguardi solo il Giappone: sarebbe il segno di un ritorno ai metodi del passato, semplici ed economici, per sopravvivere al tempo della crisi.
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