Un'intera giornata in balia del mercato con l'Enel di
Fulvio Conti, l'Eni di
Paolo Scaroni , e la Terna subissate dagli ordini di vendita. Poi ieri, Giulio Tremonti ha lanciato una ciambella di salvataggio alle partecipate del Tesoro chiarendo con un comunicato ufficiale che il blocco delle tariffe inserito nel decreto salva-crisi di venerdì non vale per luce e gas. Secondo via XX settembre quelle circolate sul mercato sarebbero state «interpretazioni devianti, strumentali ed interessate». Ma probabilmente a spaventare Giulio Tremonti sono stati anche i report delle banche d'affari che hanno paventato per Enel la riduzione del 10% degli utili per azioni, la diminuzione del Mol fino a 700 milioni e, addirittura, la possibilità di dover ricorrere ad un aumento di capitale (il Tesoro controlla pur sempre il 30% della società). Ieri lo stesso Fulvio Conti si è affrettato a definire come «eccessive» le stime degli analisti, ridando fiato al titolo. Ma se sul blocco delle tariffe chiarezza è fatta (rimane solo l'obbligo dell'Authority di verificare che i prezzi riflettano la riduzione del barile), resta da sciogliere il nodo della formazione del prezzo sulla borsa elettrica e quello delle tariffe di dispacciamento. La tensione già alta dentro Confindustria tra i produttori di Assoelettrica e i grandi consumatori (si veda MF-Milano Finanza di ieri), è salita alle stelle. Ieri l'associazione della quale fanno parte Enel, Edison, Acea, A2A e altri 200 produttori, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, ha inviato una lettera a Emma Marcegaglia chiedendo un incontro urgente per avere conto del comportamento del vice presidente con delega all'energia (Antonio Costato) al tavolo del ministero dello Sviluppo nel quale si stava discutendo della riforma della Borsa elettrica. Era stato Costato a presentare le slide poi utilizzate da Calderoli per illustrare le nuove norme di funzionamento della Borsa. Assoelettrica, che ha deciso di lasciare il tavolo, ha anche sospeso il rinnovo dei contratti di fornitura bilaterali, quelli cari ai grandi consumatori e che passano fuori Borsa. Senza più il Pun, il prezzo unico nazionale che si forma sul mercato, hanno spiegato, quei contratti non possono essere conclusi. Così come senza il Pun è destinato a saltare il mercato dei derivati finanziari elettrici altrettanto caro ai soci di Viale dell'Astronomia.
(Da Milano Finanza)