da La Repubblica
Oltre un miliardo di barili di petrolio. È l´oro nero custodito nel ventre della Lucania, la regione italiana che oggi da sola produce l´80% del greggio italiano. Il cuore è la Val d´Agri, dove opera l´Eni, il colosso petrolchimico controllato dallo Stato. Qui, secondo le stime ufficiali, sono custoditi 465 milioni di barili di petrolio, ai quali vanno sommati i 100 milioni di Montegrosso e i 480 milioni del giacimento di Tempa Rossa, concesso a una società partecipata al 50% dalla Total, al 25% da Exxon e da Shell.
Nella Val d´Agri, l´unico giacimento operativo, vengono estratti ogni giorno 85mila barili, ma nel giro di un paio d´anni supereranno quota 100mila. Entro il 2012, poi, dovrebbero arrivare a regime anche i 50mila promessi dalla Total, per un totale di 150mila barili. Si tratta più o meno del 7,7% del fabbisogno giornaliero del petrolio in Italia che si aggira intorno a 1,95 milioni di barili. L´attività dell´Eni in Val d´Agri è cominciata nel 1997. Il greggio estratto viene trasportato dal Centro Oli di Viggiano (Potenza) alle raffinerie di Taranto attraverso l´oleodotto Val d´Agri, lungo 136 chilometri.
La Total, invece, ha appena iniziato a sviluppare la sua attività a Tempa Rossa nella Valle del Sauro, nel territorio del comune di Corleto Perticara in provincia di Potenza. La compagnia francese ha investito nel progetto lucano 250 milioni di euro e prevede di investirvene altri 800. Il Centro Oli verrà costruito proprio nel comune di Corleto Perticara, dove la Total ha acquisito per 99 anni, pagando 1,4 milioni di euro, il diritto di superficie su un´area di 555mila metri quadrati. Saranno altri 30 i comuni interessati all´estrazione del petrolio. I benefici per la Lucania sono costituiti dai diritti, "le royalties", che le compagnie petrolifere devono pagare sul greggio estratto. Queste ammontano al 7% del valore degli idrocarburi estratti dalla terra e al 4% di quelli estratti dal mare: il 15% delle royalties finiscono nelle casse dei comuni, mentre l´85% in quelle della regione Lucania. Dai pozzi di Viggiano sono già arrivati circa 500 milioni di euro.
I risvolti negativi, invece, derivano dall´inquinamento, come quello delle fragranze pericolose per l´uomo: in Italia l´idrogeno solforato per esempio è tollerato con limiti diecimila volte superiori a quelli degli Stati Uniti. E dalla occupazione, che, nonostante i buoni propositi, stenta a decollare.
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