È una scommessa iniziata nel 2005. Un progetto ambizioso: fare concorrenza ai russi a casa loro trasportando prodotti petroliferi sul Volga, Don fino al Mar Caspio e Mar Nero. Quattro anni dopo, Federica Barbaro, amministratore delegato del gruppo armatoriale Barbaro, può dichiarare vinta la scommessa: il gruppo siciliano ha conquistato la seconda posizione per quote di mercato in Russia e, con 30 dipendenti e 150 marittimi, la base operativa di Samara rappresenta uno dei principali investimenti italiani nelle ex Repubbliche sovietiche. In Russia serve il colosso Tnk-Bp, ma ha clienti in Turkmenistan, Ucraina, Kazakhstan, fino all’Iran. «Abbiamo investito 150 milioni di dollari nel progetto. Abbiamo 4 navi in costruzione in Russia, 4 in Cina e 2 in Corea — racconta la Barbaro, ottava generazione di armatori e dal 2001 amministratore delegato del gruppo di famiglia —. Si tratta di chiatte fluviali, rimorchiatori e navi fluvio-marittime per trasporto di prodotti petroliferi e olii vegetali 'classe ghiaccio'». A Mosca, nel corso della missione Italia-Russia, la Barbaro ha annunciato un nuovo investimento da 80 milioni di euro, finanziato da Intesa Sanpaolo, e la firma di due ordini per nuovi rimorchiatori. «Si tratta di una nicchia di business — precisa l’amministratore delegato del gruppo, a cui fa capo una flotta di 30 navi, e 160 milioni di dollari di fatturato l’anno —.Ma in tempi di crisi garantisce buoni margini e in cui continuiamo a investire. Oggi realizziamo qui il 20% del fatturato ma contiamo di portare la quo ta al 35%». ( da Il Corriere della Sera)