Pronti a regalare ai cittadini e alle imprese italiane nuovi e sostanziosi sconti sull'energia, sfruttando ogni margine consentito dal calo delle quotazioni internazionali di petrolio e gas.
Paolo Scaroni, numero uno dell'Eni, quantifica i ribassi dell'anno in corso addirittura nel 30% per il sistema delle imprese e in 1.200 euro l'anno in media per le famiglie: «più o meno l'equivalente di una quattordicesima ». Teatro degli annunci è la commissione Industria del Senato, in un'audizione sulla dinamica dei prezzi petroliferi. E il numero uno dell'Eni ne approfitta per ribadire tutta la sua contrarietà al progetto tanto caro all'Authority per l'energia, e sostenuto dalle principali associazioni dei consumatori, di prolungare i tetti antitrust imposti all'Eni fino al 2010 per l'importazione e la vendita di gas sul mercato italiano.Eni pronto a trasferire tutti i vantaggi della sua espansione internazionale ai nostri consumatori, insiste in sostanza Scaroni. Che chiede sostegno e non "penalizzazioni". Il prolungamento dei tetti antitrust è dunque «anacronistico, vista la situazione attuale ». Tanto più che la quota Eni sul mercato italiano del gas «è la più bassa rispetto agli altri competitor europei: in Italia è pari al 64% rispetto all'84% di Gaz de France». E intanto «i nostri prezzi del gas sono assolutamente allo stesso livello degli altri ». Guai dunque a introdurre vincoli «che gli altri non prevedono » e che sarebbero «in contraddizione con la sicurezza degli approvvigionamenti».L'audizione al Senato è servita anche a fare il punto sull'espansione internazionale del nostro gruppo energetico. Per i diritti di sfruttamento del giacimento irakeno di Nassirya «oggi o domani presenteremo l'offerta da soli» ha detto Scaroni, che però non esclude di coinvolgere successivamente altri operatori. La risposta dagli irakeni alle offerte? «Non prima di una ventina di giorni».Intanto si conferma un vero tormento la partecipazione Eni ai consorzi per lo sfruttamento delle risorse energetiche del Caspio. Nei ripetuti punzecchiamenti del governo kazako sugli aspetti economici di queste operazioni da registrare la pretesa, formalizzata ieri, di un rimborso fiscale da 66 milioni di dollari a carico della filiale locale dell'Agip.«Tutto nasce dalle modalità con le quali abbiamo pagato le tasse di importazione di due elicotteri al servizio delle nostre attività di estrazione. Ma chiariremo tutto » spiegano all'Eni. (Dal Sole 24 Ore)