L'idea di un consorzio di compagnie energetiche occidentali coinvolte nel transito del gas russo attraverso l'Ucraina, emersa nei giorni della crisi di gennaio, torna alla ribalta. Ne aveva parlato nei giorni scorsi
Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni. Ieri Gazprom, infuriata all'idea che Ucraina e Unione Europea abbiano firmato un'intesa per rinnovare il sistema di trasporto senza consultarsi con chi il gas lo fornisce, ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro con i maggiori clienti europei per analizzare periodicamente i «rischi crescenti» del passaggio attraverso il territorio ucraino. L'amministratore delegato Aleksej Miller ha spiegato di avere l'appoggio dei dirigenti di Eni, Gaz de France e E.On, incontrati a Mosca giovedì. «Firmare una dichiarazione dietro le spalle della Russia è stato un errore politico- ha detto loro Miller- e realizzarla senza la partecipazione di un fornitore (e dei principali attori del mercato europeo) è impossibile ». E ieri l'ira del primo ministro Vladimir Putin si è rivolta anche contro l'Unione Europea: ha minacciato di «diversificare » le proprie forniture di gas rivolgendosi all'Asia.
(Da Il sole 24 Ore)