I prezzi scandalosi di benzina e gasolio,
dice il Corriere della Sera in edicola, stanno rovinando il mercato. Oggi mantenere un'auto costa talmente tanto che molti vi rinunciano. Basti sapere che la percorrenza media annuale si è abbassata a 11.500 chilometri, contro i 14 mila di quando ci si poteva avvicinare a una stazione di servizio senza il batticuore.Comprensibile. La spesa complessiva media di ogni automobilista è di 5.000 euro all'anno (dati 2007). In molti casi per macchine che ne valgono la metà. Va ricordato, perché è bene ripeterlo fino a stancarsi, che una parte di questi quattrini, quelli relativi alle tasse (esattamente 2.000 euro totali), se ne vanno anche per accise assurde sulla benzina applicate per la guerra di Abissinia del 1935; la crisi del canale di Suez del 1956; il disastro del Vajont del 1963; l'alluvione di Firenze del 1966; il terremoto del Belice del 1968; il terremoto del Friuli del 1976; il terremoto dell'Irpinia del 1980; la missione in Libano del 1983; la missione in Bosnia del 1996; per il rinnovo contratto autoferrotranviari del 2004. È tutto vero, non siamo impazziti. Eppure collegato al caro-petrolio c'è un aspetto positivo. Sembra impossibile ma è così. E ce ne accorgiamo quotidianamente soprattutto viaggiando in autostrada: per il timore (terrore?) di consumare, gli automobilisti vanno più piano. La corsia di destra, quella lenta, è sempre più affollata. Quella di sorpasso è diventata roba da ricchi e lo dimostrano le (poche) auto che ormai vi sfrecciano incuranti non solo del galleggiante che inesorabilmente si abbassa nel serbatoio ma anche di tutor e autovelox per fortuna sempre più numerosi e implacabili. È un aspetto positivo perché velocità più bassa significa minori consumi e quindi minor inquinamento ma anche maggior sicurezza e quindi un minor numero di incidenti. Consoliamoci così, in attesa di tempi migliori.Sperando che arrivino, questi sì, a tutta velocità sulla corsia di sorpasso.