Petrolio, sesso, droga e corruzione: sono questi gli ingredienti del nuovo scandalo che scuote l'amministrazione Bush. Al centro della bufera, il ministro degli Interni americano. Tre rapporti consegnati ieri al Congresso dall'ispettore generale del Dipartimento hanno messo sotto accusa una cruciale agenzia del ministero, la
Mineral Management Service, che ogni anno rastrella dieci miliardi di dollari in royalties pagate dalle aziende minerarie e dell'energia per lo sfruttamento delle risorse naturali. Non solo manipolazioni di contratti e bustarelle. Alcuni funzionari «consumavano cocaina e marijuana e hanno avuto rapporti sessuali con rappresentati delle società petrolifere e del gas».