Articolo pubblicato dall'Unità
Meglio prepararsi per tempo: il prossimo inverno porterà «brutte sorprese» sul fronte delle bollette del gas, a prescindere dai prezzi in discesa del petrolio.L’aveva anticipato Nomisma Energia, prevedendo dal prossimo mese rincari del 6% per il metano. L’ha confermato ieri Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni: «Il settore del gas segue contratti di approvvigionamento, la ripercussione dei prezzi del petrolio arriva con 6-9 mesi di ritardo».Basta fare due calcoli, contando sulle dite i mesi passati dalle impennate registrate dall’oro nero a primavera, per preoccuparsi dell’imminente salasso. «Nel momento del massimo consumo - ha sottolineato Scaroni - noi avremo bollette legate al prezzo del petrolio di maggio-giugno. Anche se il prezzo del petrolio sarà basso, la bolletta del gas sarà alta. E le bollette del gas raggiungeranno il massimo assoluto quando il consumo sarà più forte». Insomma: «In inverno ci saranno brutte sorprese».Le famiglie italiane non possono dunque rallegrarsi dell’atteso rallentamento delle quotazioni del barile. «Ci sono le condizioni per prezzi inferiori ai 100 dollari» ha previsto Scaroni. «Certo, il settore è sensibile a qualsiasi stormir di fronde che può ribaltare le previsioni», ma ad oggi il prezzo del petrolio potrebbe presto attestarsi sui «70-75 dollari al barile». È la stima dell'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.Una delle tante variabili in gioco sul fronte energetico è l’instabilità geopolitica. Sul gas, ad esempio, continueremo ancora a lungo ad essere dipendenti dalla Russia: «Ci troviamo di fronte a un’Europa che non può vivere senza gas russo per i prossimi dieci anni» ha sentenziato l’amministratore delegato dell’Eni. Aggiungendo: «La dipendenza sul gas è anche una mina per l’indipendenza politica del nostro paese: se c’è dipendenza energetica, non c’è indipendenza politica».La conclusione di Scaroni è ovvia, e congela ogni ipotesi di misura restrittiva proposta durante la crisi georgiana: «Compravamo petrolio e gas dalla Russia nell’epoca della guerra fredda. Oggi, con questa guerra freddina, non vedo ragione di interrompere questo rapporto».Per quanto riguarda il petrolio, invece, servono previsioni sul lunghissimo periodo: «Dovremo aver petrolio per circa i prossimi 80 anni. Sono tanti, ma anche pochi perchè il mondo non sa vivere senza, quindi bisogna pensare a delle alternative per i nostri consumi».Dalla fine dell’800 ad ora abbiamo consumato mille miliardi di barili, dovrebbero esserci riserve ancora per 6mila miliardi «Quindi - ha concluso Scaroni - dovremmo aver petrolio per circa i prossimi 80 anni».
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