Dal Sole 24 Ore
Il primo ministro ceco Mirek Topolanek è appena arrivato da Kiev: «Siamo riusciti a superare la spaccatura tra il presidente ucraino e il primo ministro», comunica a Vladimir Putin, nella dacia di campagna del premier a Novo Ogariovo. Putin è affiancato dall'uomo forte dell'energia russa, il vicepremier Igor Sechin, e dall'amministratore delegato di Gazprom, Aleksej Miller. È scuro in volto: «Avete fatto l'impossibile ».Topolanek ha fretta: «Firmiamo, poi torneremo immediatamente a Kiev a chiedere lo stesso alla controparte ucraina. Così metteremo fine alla crisi». Ma il sì di Putin arriva dopo cinque ore di colloqui. È un sì alla missione di osservatori che dovranno verificare, ai due lati del confine russoucraino, il passaggio di gas nel sistema di gasdotti ucraini in transito verso l'Europa. Le loro conclusioni aiuteranno a capire se nei giorni scorsi i flussi si sono arrestati a monte, nelle sale di comando di Gazprom, oppure nelle pieghe del sistema in terra ucraina, dirottati («rubati», dice Mosca) per compensare il gas a uso interno fermato dalla Russia la mattina del 1Úgennaio. «Non appena il meccanismo di controllo entrerà in funzione - assicura Putin - immetteremo gas nel sistema. E non appena vedremo che verrà di nuovo rubato, torneremo a tagliare i flussi».A Kiev, il primo ministro Yulia Tymoshenko accoglie Topolanek quando ormai è notte inoltrata. «Siamo pronti a un compromesso- dice- e a fare tutto ciò che dipende dall'Ucraina perché l'Europa riceva il suo gas». E intorno all'1 di notte italiana l'annuncio: anche JKiev ha firmato l'accordo che consente all'Unione europea di monitorare il transito di gas russo verso l'Europa occidentale attraverso l'Ucraina.Nel protocollo firmato a Novo Ogariovo, è la Russia a dettare le condizioni. Kiev ha resistito fino all'ultimo all'impiego di esperti di Gazprom, disposta ad accogliere in casa propria solo gli inviati dell'Unione Europea. Ma la Russia esige un proprio uomo in ogni punto critico della rete di transito, una persona a ogni stazione di monitoraggio, a ogni snodo critico, a ogni centrale elettrica, a ogni stazione di pompaggio. E vuole in squadra rappresentanti delle principali compagnie energetiche europee, dalla tedesca Eon Ruhrgas all'Eni di Paolo Scaroni.
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