Utili di 3,5 milioni di dollari all'ora e 85 milioni di dollari al giorno: questo il record conquistato nel 2008 da Royal Dutch Shell, che ha annunciato ieri i profitti annuali più alti di tutti i tempi per una società europea, pari a 31,4 miliardi di dollari, un aumento del 14% rispetto ai 27,6 miliardi del 2007. Negli ultimi tre mesi dell'anno, però, la frenata del prezzo del petrolio ha portato a un drastico calo degli utili del gruppo, scesi del 28% a 4,8 miliardi di dollari dai 6,7 miliardi dello stesso periodo del 2007 e più che dimezzati rispetto ai 10,9 miliardi del trimestre precedente.Il calo degli utili è strettamente collegato all'andamento del mercato: negli ultimi tre mesi dell'anno il prezzo del petrolio è stato in media di 57,60 dollari al barile, rispetto ai 111 dollari del trimestre precedente, durante il quale aveva toccato i 147 dollari al barile. Il calo del prezzo del petrolio è stato in parte compensato per Shell da un aumento del prezzo del gas in Europa, che però quest'anno si prevede torni a scendere. Il petrolio ieri veniva scambiato a 41 dollari al barile.Più che sull'atteso calo degli utili l'attenzione degli analisti era puntata soprattutto sull'annuncio del gruppo relativo al dividendo, considerato una "spia" del reale stato di salute del gruppo. Shell non ha deluso gli azionisti, dichiarando un dividendo di 40 centesimi per l'ultimo trimestre 2008, un aumento dell'11%,e annunciando un dividendo di 42 centesimi, in aumento del 5%, per il primo trimestre 2009. La decisione ha rassicurato i molti investitori ed è stata definita dagli analisti un segnale positivo di fiducia nelle prospettive del gruppo. «La forza del bilancio ci rende fiduciosi che il dividendo sia sostenibile anche in un contesto di bassi prezzi del petrolio», hanno detto ieri gli analisti di Merrill Lynch ribadendo la raccomandazione "buy" sul titolo.La performance di Shell è stata definita «soddisfacente» da Jeroen van der Veer, il chief executive della società che lascerà l'incarico a fine giugno: «La nostra strategia resta quella di pagare dividendi concorrenziali e in aumento e di fare grandi investimenti nel gruppo per ottenere profitti in futuro».
(dal Sole 24 Ore)