Da Il Sole 24 Ore
Il settore petrolifero si troverà pur alle prese con una fase congiunturale a dir poco critica, come dimostrano le perdite record registrate ieri dalla statunitense ConocoPhillips. Eppure c'è chi, come la francese Total, cerca di cavalcare l'onda dei ribassi borsistici e prova la carta del consolidamento. Il terzo maggior gruppo petrolifero europeo ha infatti lanciato un'Opa da 617 milioni di dollari canadesi (pari a 385 milioni di euro) su Uts Energy, società petrolifera canadese che detiene alcuni importanti giacimenti nel Paese nord americano.L'offerta, interamente cash, integra un premio del 57% rispetto ai prezzi attuali del titolo canadese. Troppo poco, secondo gli analisti, per un gruppo, come Total, che è ricco di una capitalizzazione di 120 miliardi di euro.Abbastanza, invece, se si considera come il settore risenta di una drammatica frenata dei prezzi del barile, crollati nel giro di poco più di un semestre di oltre cento dollari. E che l'estrazione del greggio nelle sabbie bituminose canadesi sia tradizionalmente più complessa, e per questo anche più costosa. Il principale asset di Uts Energy è costituito oggi dalla proprietà del 20% di Fort Hills, nell'area di Athabasca, nell'Alberta nordorientale. Un sito su cui Total il cui titolo ieri a Parigi è salito del 2,4% - vuole investire almeno 10 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, sebbene il ritorno immediato, secondo alcune stime, non sia garantito.Da parte di Uts Energy nonè arrivato alcuno stop preventivo: il cda della società ha avvertito tramite una nota che «esaminerà l'offerta e valuterà la proposta nell'interesse dei propri azionisti».L'annuncio di Total è arrivato proprio mentre la statunitense ConocoPhillips diffondeva il bilancio trimestrale, il primo del dopo-crollo dei prezzi del greggio. Un rendiconto drammatico, quello della terza società petrolifera americana, che nel quarto trimestre 2008 ha registrato una perdita netta di 31,8 miliardi di dollari: la peggiore della sua storia, la prima dopo sei anni di bilanci positivi. Colpa di svalutazioni di asset per 34 miliardi di dollari da ricondurre proprio alla caduta dei listini del greggio. Nello stesso periodo del 2007, infatti, il gruppo americano aveva registrato utili pari a 4,4 miliardi.Il timore è che il rosso record della major sia solo il primo di una lunga serie che segnerà le trimestrali dei giganti mondiali: sempre ieri, Hess, il quinto maggior produttore americano di petrolio, ha riportato una perdita netta(anche in questo caso per la prima volta in sei anni) di 74 milioni di dollari nel quarto trimestre 2008 contro un utile netto di 510 milioni di dollari dell'anno precedente.
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