Nasce in Italia il maggior polo europeo integrato del gas. L'Eni ha dato via libera alla cessione di Italgas e Stogit a Snam Rete Gas. Un'operazione, del valore di 4,72 miliardi, che dovrebbe essere perfezionata entro il prossimo luglio e che sarà finanziata da Snam Rete Gas, assistita da Mediobanca, attraverso un aumento di capitale fino a 3,5 miliardi (di cui Eni, Rothschild e Banca Imi advisor, si è impegnata a sottoscrivere il 50%, pari alla quota di controllo della stessa Snam Rete Gas), mentre, per la parte restante, la società guidata da Carlo Malacarne dovrà deliberare l'emissione di azioni ordinarie del valore nominale di 1 euro, in occasione dell'assemblea straordinaria convocata per il 18 marzo. In questo modo Snam Rete Gas, principale operatore nazionale di trasporto e dispacciamento di gas con oltre 31mila chilometri di gasdotti (1,9 miliardi di ricavi e 530 milioni di utile netto secondo il preconsuntivo 2008), si troverà a gestire, con Italgas, anche 58mila chilometri di rete di distribuzione finale del gas e, con Stogit, una capacità di stoccaggio di quasi 14 miliardi di metri cubi di gas.E nel giorno dell'annuncio della maxi operazione, Confindustria, protagonista nella mattinata di ieri di un duro scontro con i rappresentanti dell'Eni al Tavolo che ha visto contrapposti operatori e consumatori, lancia un'esortazione al governo che chiama in causa proprio il gruppo guidato da
Paolo Scaroni: «La politica deve dire a Eni, visto che è il più grande operatore in Europa, che deve far costare il gas come negli altri Paesi europei o, anzi, come il migliore dei Paesi europei». Secondo il vicepresidente degli industriali per l'Energia, Antonio Costato, si tratta di una «moral suasion» che non necessita di «mettere mano alla regole e che mi sento di raccomandare».
(dal Corriere della Sera)