Così dopo l'irritazione i francesi starebbero per passare ai fatti. E, secondo quanto risulta a Il Tempo, i legali dei transalpini sarebbero in procinto di spedire una lettera al comune di Roma, primo azionista di Acea, per chiedere conto della sua posizione ufficiale dopo lo stop al piano industriale delineato con la precedente giunta.
Nella missiva potrebbe essere chiesto, in particolare, di sciogliere il nodo della concessione attualmente in carico alla Romana Gas (acquistata da Suez-GdF da Eni e offerta all'Acea in cambio di un ruolo più operativo nella gestione dell'energia romana) in scadenza il 31 dicembre di quest'anno. Non è ancora chiaro, infatti, se il rinnovo possa essere automatico per la stessa Suez oppure se sia necesssaria una nuova gara europea. Un'eventualità che potrebbe anche far recedere i francesi dai loro propositi bellicosi a Roma. In ogni caso la richiesta francese sarebbe finalizzata ad avere maggiori chiarimenti sull'orientamento del Campidoglio per impostare le nuove strategia di crescita.
Contestualmente, poi, sarebbe richiesto al Comune anche il beneplacito per passaggio della rete del gas dall'originale proprietaria, l'Eni, ai francesi. Che la ottennero in una trattativa che consentì al colosso guidato dall'ad Scaroni di prendere la rete belga di Distrigaz cedendo quella romana a Suez. Ma vincolando il passaggio effettivo al via libera del Campidoglio. Mai espresso. E del quale la lettera chiederebbe appunto conto. Insomma i francesi non avrebbero alcuna intenzione di farsi da parte nel risiko romano dell'energia. Una volontà che si ritroverebbe anche nella «profezia» di Mestrallet per la crescita a qualunque costo e che potrebbe concretizzarsi con la discesa a fianco dei parigini di un socio forte, ben posizionato nel mercato italiano. (Da Il Tempo)
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