Via libera a super-Snam, che però eredita dall’Eni la grana-Romana Gas. L’assemblea del gruppo ha approvato ieri l’aumento di capitale da 3,5 miliardi finalizzato all’acquisto di Stogit (1,6 miliardi) e Italgas (3,070 miliardi) dal Cane a sei zampe. Grazie all’operazione da 4,7 miliardi - i restanti 1,2 miliardi saranno finanziati a debito - la società leader in Italia del trasporto gas diventerà, entro giugno, numero uno in Europa per capitale investito in attività regolate. «Non ci saranno rischi di sottoscrizione», ha assicurato l’ad di Snam, Carlo Malacarne, che non sembra impensierito né dalla difficile fase dei mercati né dal maxi-aumento da 8 miliardi che anche l’Enel si appresta a varare. «Non c’è alcun problema - ha spiegato il manager - il loro aumento di capitale arriverà dopo il nostro». Inoltre, l’azionista Eni, guidato da
Paolo Scaroni, «si è già impegnato a sottoscrivere per intero la propria quota», salendo dal 50,03% al 54,9 per cento. E per la parte residua, l’offerta in opzione sarà assistita da un consorzio di garanzia, promosso e coordinato da
Mediobanca, la quale si ha già assunta l’impegno a sottoscrivere l’eventuale inoptato. «A fine aprile, qualche giorno prima dell’inizio della vendita - ha concluso Malacarne - sarà fissato il prezzo delle nuove azioni». Qualche grana, però, potrebbe arrivare sul fronte del debito, che già con l’acquisto di Stogit e Italgas dovrebbe salire a 7,5 miliardi. Nessun problema per la società, secondo cui il rapporto debito/Rab resterebbe invariato. «Il piano strategico, che prevede circa 1 miliardo di investimenti l’anno, non muterà», ha detto l’ad lo scorso 12 febbraio. Ma, a distanza di un mese, qualcosa è cambiato.
(Da Finanza & Mercati)