Royal Dutch Shell tiene duro sulla politica di dividendi il cui aumento resta legato all’inflazione e sottolinea di guardare al «valore e non al volume» quando si stratta di produzione. Ma il titolo del colosso petrolifero anglo-olandese, ieri perdeva fino al 4% a sul listino.Shell ha dichiarato che il tasso di rimpiazzo delle riserve (dato che indica il rapporto tra le nuove scoperte di giacimenti e la quantità di petrolio estratta) è crollato al 95% nel 2008 dal 124% del 2007. Il chief executive uscente Jeroen van der Veer ha però sottolineato come nel triennio 2006-2008 il tasso è stato del 126% e non ha senso considerare il dato isolato di un singolo anno. Certo è che la produzione nel 2008 è decresciuta per il sesto anno consecutivo. Ma Shell, ha ribadito Van der Veer, non punta a incrementare l’output (che è comunque atteso a una crescita annua del 2-3% nel prossimo decennio) quanto piuttosto a investire in nuove fonti che generino «valore». E per questo il gruppo non rallenterà negli investimenti e, anzi, per il 2009 si prepara a spendere 31-32 miliardi di dollari, anche avvantaggiandosi del calo delle materie prime, una su tutte l’acciaio. (da Finanza & mercati)