Difficile pensare con quale faccia, e soprattutto con quali intenzioni, l'Ineos e l'imprenditore veneto Fiorenzo Sartor torneranno domani al ministero dello Sviluppo economico a cui cono stati convocato da Claudio Scajola. Solo dieci giorni fa, dopo l'ennesima crisi nella snervante trattativa per la cessione del ciclo del cloro di Marghera, avevano firmato quello che doveva essere l'accordo finale, con impegni dettagliati di cifre da pagare, di tempi da rispettare. Ora si accusano a vicenda di avere fatto saltare il confronto per ragioni sicuramente ben poco chiare. Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ieri ha ripetuto che se dovesse saltare l'accordo «sarebbe il disastro per il settore chimico italiano perché il problema non riguarda solo Marghera ma un intero sistema produttivo strategico per il Paese ».«Il Governo farà riprendere la trattativa - si è detto certo il governatore del Veneto Giancarlo Galan - perché non è in ballo solo la sorte di 300 famiglie legate a questo impianto, ma molto di più».Ma sono reazioni politiche, basate sull'esile speranza che resta e sulle intenzioni che non possono non essere buone. La realtà è che invece a Marghera, di fatto, è in corso il processo di fermata degli impianti. L'Eni ha bloccato una nave di dicloroetano a Ravenna ed ha chiesto all'Ineos di chiudere i rubinetti di rifornimento dell'etilene.«Il perché è semplice - ha ribadito Alberto Alberti, amministratore delegato di Polimeri Europa, la fornitrice di etilene l'accordo siglato solo dieci giorni fa tra Ineos, Sartor e l'Eni di
Paolo Scaroni è stato completamente disatteso e né Ineos né Sartor hanno provveduto a effettuare i pagamenti previsti e concordati. Oltretutto la legge vieta espressamente di continuare a rifornire una società in presenza di una manifesta insolvenza. L'Eni non aveva altre scelte».Lo scenario più nero è facilmente raccontabile: 300 lavoratori lasciati a casa da una Ineos che porta i libri in tribunale, altri 314 messi in libertà da Syndial perché salta la sinergia produttiva per il cloro, e poi a caduta blocco del cracking gestito da Polimeri Europa con 400 dipendenti ed inattività forzata anche per Spm, Arkema e Solvay che assieme hanno poco meno di 400 occupati. Questo solo a Marghera, poi i riflessi partirebbero da Porto Torres per estendersi a Ravenna, Mantova, Ferrara.Domani la giornata più lunga della chimica veneziana comincerà alle 8 con la convocazione dei lavoratori da parte del sindacato nello storico capannone del Petrolchimico. Ineos riunirà il Cda per i "provvedimenti del caso" ma dovrà anche presentarsi a Roma con Sartor. Se è stato solo un bluff,l'ennesimo,non basterà una tirata d'orecchi, ma se l'accordo salta veramente il Governo si troverà un problema in più, gravissimo, da risolvere con urgenza in un momento tutt'altro che facile.
(Dal Sole 24 Ore)