mercoledì 11 marzo 2009

Kashagan procede secondo piani. Eni vola

Il titolo del Cane a sei zampe guadagna l’8,45% nel giorno in cui Scaroni parla agli investitori della City. Da Shell rassicurazioni sul giacimento kazako
Cosa abbia detto ieri Paolo Scaroni agli investitori della City non è dato sapere. Le parole dell’ad di Eni devono però essere state convincenti, almeno a giudicare dalla Borsa. I titoli del Cane a sei zampe hanno chiuso la seduta di contrattazioni con un rialzo dell’8,45%, superiore cioè alla già ottima performance del mercato (+6,49& l’S&P/Mib), a quota 13,61 euro.A dare una mano al titolo petrolifero italiano è intervenuta anche Shell. Secondo Campbell Keir, manager del gruppo petrolifero olandese, la crisi dell’economia globale non sarà un ostacolo allo sviluppo del giacimento di Kashagan, in Kazakhstan, da parte del consorzio incaricato dello sviluppo del campo petrolifero che comprende Eni. «Il piano è ancora quello di iniziare la produzione secondo quanto annunciato, nel quarto trimestre del 2012», ha detto il manager. Il progetto di sviluppo del giacimento da 136 miliardi di dollari è destinato a raddoppiare la produzione del Kazakhstan a 150 milioni di tonnellate l’anno.Intanto dalla Spagna si accende una polemica a distanza con Gas Natural. «Se Eni intraprenderà azioni legali contro Gas Natural in relazione alla vicenda di Union Fenosa Gas - ha detto l’ad del gruppo iberico, Rafael Villasecas - ci difenderemo». Il manager di Gas Natural si riferisce alla possibilità, paventata da Scaroni, che Eni ricorra contro la decisione dell’Antitrust spagnolo che a metà febbraio ha dato il via libera all’acquisizione di Union Fenosa da parte di Gas Natural, senza l’obbligo per quest’ultima di cedere il 50% della joint venture paritaria con Eni in Union Fenosa Gas. In una conferenza stampa tenuta a margine dell’assemblea straordinaria convocata a Barcellona per approvare l’aumento di capitale con il quale pagare in parte l’acquisizione di Union Fenosa, il presidente di Gas Natural, Salvador Gabarrò, ha specificato che, rispetto ad Eni, al momento l’azienda «non prenderà l’iniziativa, perché si sente comoda nell’attuale posizione». Quanto poi a Eufer, l’azienda di energie rinnovabili detenuta al 50% con Enel, Gabarrò ha sottolineato che «se i nostri soci la pensano come noi, continueremo così». «Eufer - ha aggiunto Villasecas - è una delle aziende importanti» e i futuri investimenti saranno fatti «stando attenti alla politica di sovvenzioni che oggi determina l’interesse per il settore». (da Finanza & Mercati)