«L' acquisto di Stogit e Italgas ci ha permesso di diventare il primo operatore dell'Europa continentale per dimensione del capitale investito ai fini regolatori, salito da 12,8 a 19,9 miliardi, e creare un polo che presidia tutte le attività regolate della filiera del gas».Una realtà, prosegue Carlo Malacarne, amministratore delegato di Snam Rete Gas, «operativa su tutto il territorio nazionale con oltre 70mila chilometri di rete, fra alta pressione e area cittadina, e una capacità di stoccaggio di quasi 14 miliardi di metri cubi». Sviluppo conseguito «nel rispetto delle linee strategiche che si siamo posti sin dal 2001», quando siamo approdati in Borsa segnando un altro primato poiché è stato il primo collocamento dopo gli attentati del settembre 2001 alle Torri di New York.Linee strategiche, aggiunge il capo azienda, riassumibili in cinque punti a partire «dalla necessità/opportunità di realizzare ambiziosi piani di investimento nello sviluppo di infrastrutture del gas in grado di garantire una capacità di trasporto adeguata alla crescita della domanda, incrementando nel contempo la flessibilità del sistema e la sua sicurezza».Un impegno che, continua, si è trasformato in un piano di investimenti da circa 13 miliardi, di cui quasi sei realizzati dal 2002 al 2008 nel puntuale rispetto dei tempi previsti e altri 7,3 miliardi in calendario entro il 2015.Più in particolare, ricordano con orgoglio al quartier generale di San Donato (Mi), lo scorso anno abbiamo realizzato 1.044 milioni di investimenti (+43,4%) e ci prepariamo a un piano da 4,3 miliardi fra il 2009 e il 2012, mentre sono già previsti impegni di circa tre miliardi entro il 2015 per completare le iniziative programmate. E tutto ciò senza considerare i circa 1,4 miliardi relativi alla quota di competenza del Galsi, il gasdotto che porterà a Livorno il gas algerino transitando dalla Sardegna. Un progetto che però verrà inserito nel portafoglio ordini solo quando gli utilizzatori avranno siglato i contratti di trasporto, anche se il gasdotto ha superato pressoché tutte le fasi autorizzative.E tutto ciò, aggiunge Malacarne, «sarà realizzato nel rispetto degli altri quattro punti strategici: salvaguardare la solidità della struttura finanziaria, mantenendo un rapporto fra debiti e rab nell'ordine del 50 per cento; conservare un profilo di rischio contenuto, quale elemento di garanzia per gli investitori, mantenendo il perimetro del nostro business nelle attività regolate, che oggi rappresentano il 100% delle nostre attività; migliorare ulteriormente l'efficienza e tenere sotto controllo i costi anche in un contesto di crescita accelerata degli asset del gruppo; garantire agli investitori un ritorno attrattivo, sostenibile e fra i più alti del settore utilities in Europa». Obiettivo, ricordano a San Donato, centrato appieno nel recente passato se solo si considera che lo yield negli ultimi quattro anni è stato superiore al 5% considerando anche quello attuale, che è al di sopra del 5,5 per cento. Cinque punti cardine che, prosegue il capo azienda, resteranno centrali anche nel futuro, quando l'area operativa risulterà ampliata in misura significativa merito l'acquisto di Stogit e Italgas per complessivi 4,72 miliardi, di cui 1,65 relativi a Stogit e 3,07 a Italgas. L'operazione, come ricordato, aumenterà la rab di 7,1 miliardi a quota 19,9 miliardi e dovrebbe essere formalizzata entro l'estate con un esborso di 4,72 miliardi in contanti considerando i 2,1 miliardi di debiti assorbiti da Snam.Impegno finanziato per 1,3 miliardi con nuovi finanziamenti a medio-lungo assicurati dall'Eni guidata da
Paolo Scaroni, mentre 3,5 sono connessi all'aumento del capitale in calendario entro fine aprile considerando che il prospetto dovrebbe essere depositato entro fine marzo, quando il mercato potrà conoscere le caratteristiche dell'operazione.
(Dal Sole 24 Ore)