Gazprom bussa ad Eni ed Enel e va all´incasso di un´opzione che cominciava a far muffa. Per quasi due anni, infatti, le holding italiane hanno tenuto in naftalina dei vecchi «attivi» di Yukos, il colosso del gas e del petrolio smembrato dal Cremlino (messo in liquidazione giudiziaria in seguito alla condanna dell´oligarca Mikhail Khodorkovskij, l´azionista di maggioranza, a otto anni di penitenziario siberiano, nell´ambito di un processo dai connotati più politici che finanziari). Erano stati messi all´asta nel 2007 ed erano stati acquistati dagli italiani, dopo laboriosi accordi con le autorità russe, ed il tacito patto di rivenderle al monopolista russo, loro partner.Quel tempo è finalmente arrivato: quasi in zona Cesarini. L´opzione di Gazprom scadeva a metà aprile. Perché il colosso russo nicchiava? Perché i suoi dirigenti avevano espresso più volte i loro dubbi sull´opportunità di esercitare il diritto di opzione in piena crisi economica (come sottolineava ieri il quotidiano Vedomosti). A rompere gli indugi è stato lo stesso premier Putin, il grande nemico di Khodorkovskij, che ha anche probabilmente convinto alcune banche a mollare i cordoni delle loro borse e a tirar fuori i quattrini per i prestiti necessari.L´annuncio ufficiale dell´operazione sarà dato durante la visita di Silvio Berlusconi a Mosca il 6 e il 7 aprile, in occasione del Forum commerciale bilaterale (più di 800 le aziende italiane iscritte alla missione). Gazprom comprerà dagli italiani il 20 per cento di Gazpromneft per 4 miliardi di dollari e il 51 per cento di Severenergia per 1,5.In realtà, Putin e Berlusconi hanno discusso della questione un mese fa. Gli acquisti sarebbero stati definiti nei dettagli in questi trenta giorni, e soddisfarebbero ampiamente l´Eni e l´Enel che incasseranno preziosa liquidità. Il 20 per cento di Gazprom Neft fu comprato dall'Eni di
Paolo Scaroni per 3,7 miliardi di dollari. Nel giugno del 2008 era salito sino a 7,7 miliardi di dollari. Oggi ne vale appena 2,2: ecco il perché delle esitazioni di Gazprom. I negoziati sono ora si sono spostati sul fronte bancario: Sberbank, Gazprombank e Rosselkhozbank accorderebbero al monopolista del gas 3,2 miliardi di euro (cioè 4,3 miliardi di dollari). L´onere più pesante se lo accollerebbe Sberbank, con 2 miliardi di Euro.
(Da Repubblica)